Cos'è la cefalea a grappolo e come si cura

PUBBLICATO IL 22 OTTOBRE 2024

La cefalea a grappolo è una forma di mal di testa molto intensa e localizzata in sede periorbitaria (all’altezza degli occhi) che si manifesta con più attacchi al giorno in un periodo definito e, per questo, viene chiamata a grappolo. 

Si tratta di una cefalea primaria come, per esempio, quella tensiva o l’emicrania (con o senza aura), pertanto non si tratta di una tipologia di cefalea riconducibile a un’altra malattia. 

È inserita nel gruppo 4 della classificazione internazionale TACs (Trigeminal  autonomic cephalgias) e generalmente colpisce più gli uomini delle donne in età adulta. Si tratta di una patologia addirittura invalidante nel 2-3% dei casi. 

Ne parliamo con il dott. Giorgio Dalla Volta, Responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia e del Centro Cefalee dell’Istituto Clinico Città di Brescia.


I sintomi della cefalea a grappolo

Si tratta di una tipologia di cefalea localizzata in sede periorbitaria che si accompagna a dei particolari segni neurovegetativi come: 

  • forte lacrimazione; 
  • iniezione congiuntivale (occhio arrossato); 
  • congestione nasale; 
  • sudorazione; 
  • arrossamento del viso; 
  • in alcuni casi, edema o ptosi palpebrale dalla parte dove si avverte un dolore molto intenso. 

Non a caso, un tempo, era chiamata ‘cefalea da suicidio’ con un dolore pulsante unilaterale (che, in una scala da 0 a 10, è stimato 10) nella zona periorbitale. 

 

Quanto dura la cefalea a grappolo

Ciò che differenzia la cefalea a grappolo dalle altre forme di cefalea è anche la durata delle crisi: vanno dai 20/30 minuti fino a un massimo di 2/3 ore, salvo poi esaurirsi autonomamente. 

Perché si chiama cefalea a grappolo? Perché i sintomi con cui esordisce si riuniscono in un grappolo temporale: la durata del periodo del dolore varia da 15 giorni fino a 30/40 giorni, ma possono arrivare anche a 2 mesi e, in alcuni circostanze (nel 7% dei casi), le forme episodiche acute si trasformano in forme croniche. 

 

Le cause

Il motivo per cui insorge la cefalea a grappolo è perché viene colpito l’ipotalamo, una struttura dell’encefalo che regola il ritmo sonno-veglia, la temperatura corporea, la pressione sanguigna, il rilascio di ormoni: di fatto il nostro orologio biologico. 

È come se scattasse la sveglia nello stesso momento dell’anno (primavera o autunno, per esempio) e nello stesso momento della giornata (alle 9, alle 12 e alle 18, per esempio), per cui si ripete l’insorgenza di queste crisi dolorose che possono sopraggiungere singolarmente o fino a un massimo di 4/5 crisi al giorno (anche di notte).


La diagnosi

Considerata la specificità dei sintomi di questo tipo di cefalea, il suo corretto inquadramento non è difficile anche se è sempre bene rivolgersi a un centro accreditato per lo studio delle cefalee

I criteri diagnostici prevedono che si manifestino almeno 5 attacchi caratterizzati da: dolore severo, unilaterale, nella zona oculare, dolore associato a sensazione di irrequietezza o agitazione accompagnati da almeno uno dei sintomi descritti in precedenza. 

La frequenza degli attacchi, inoltre, deve essere compresa tra 1 episodio ogni 2 giorni e 5 episodi al giorno, nella fase in cui la patologia è attiva.

 

Cura e terapie

Non esistono terapie preventive per scongiurare l’insorgenza della cefalea a grappolo. Si sa, piuttosto, che quando si cura un grappolo molto bene, rivolgendosi sempre a un centro cefalee accreditato per un corretto inquadramento come lo è l’Istituto Clinico Città di Brescia, è più facile che si allontani il grappolo successivo. 

La cura è essenzialmente farmacologica

  • se le crisi sono episodiche è sufficiente lo steroide, una cura a base di cortisone di breve durata (12 giorni e poi a scalare); 
  • se, invece, si è in presenza di forme più prolungate vi sono altri farmaci, come quelli bloccanti dei canali del calcio (calcio-antagonisti, in particolare il verapamil), sino ad arrivare fino a quelli che un tempo si usava per le forme psichiatriche, il cui principio attivo è il litio carbonato, ma che oggi può essere assunto, sia pur per brevi periodi, per curare questa patologia. 

Al bisogno l'unico farmaco in grado di bloccare le crisi è il sumatriptan tramite singola iniezione sottocutanea da 6 mg appartenente alla categoria degli antiemicranici, triptani e nello specifico agonisti selettivi dei recettori 5-HT1 della serotonina.


Perché è importante rivolgersi a un centro cefalee accreditato 

È bene essere in cura perché la cefalea a grappolo non si attenua ricorrendo a dei semplici antinfiammatori. Chi è seguito da un centro cefalee accreditato, oltre ad assumere precise dosi di cortisone, per attenuare l’insorgere di una crisi potrà ricorrere a un’iniezione sottocutanea di Sumatriptan efficace nel giro di pochi secondi/minuti.


Lo strano caso durante il Covid

In controtendenza rispetto a tutto, un recente studio multicentrico condotto nei centri accreditati lombardi della SISC (Società Italiana per lo Studio delle Cefalee,) ha dimostrato come in tempo di Covid-19, quando tutte le cefalee (emicrania in primis) peggioravano per lo stress e la paura, la cefalea a grappolo si è notevolmente attenuata se non, in alcuni casi, del tutto scomparsa. 

Un qualcosa di veramente atipico e curioso che sarà  oggetto di ulteriori studi.

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