Safenectomia: intervento, decorso e recupero

PUBBLICATO IL 28 NOVEMBRE 2024

La safenectomia, anche detta stripping venoso, è un intervento chirurgico che consiste nella rimozione della safena, la vena superficiale che percorre la gamba dall’inguine al malleolo interno (interno del piede).

È una procedura chirurgica che viene solitamente utilizzata per il trattamento delle varici, anche dette vene varicose, patologia molto comune tra chi soffre di insufficienza venosa, e che può causare gonfiore, dolore alle gambe e problemi anche più gravi.

Per illustrare l’intervento, il percorso di recupero e quali sono le possibili complicanze, parliamo con il dottor Francesco Resta, chirurgo vascolare presso l’unità Unità Operativa di Chirurgia Generale di Villa Erbosa e collabora con Villa Chiara, a Bologna.

La safena e le varici 

Con il termine safena ci si riferisce a una delle principali vene delle gambe e si possono distinguere in grande safena e piccola safena.

La grande safena corre lungo la parte interna della gamba, mentre la piccola safena si trova nella parte posteriore del polpaccio. Sono entrambe vene che fanno parte dell’apparato venoso superficiale e portano il sangue dalle zone periferiche delle gambe al cuore per essere ossigenato e rimesso in circolo.

“Le safene sono le vene che più spesso, rispetto a quelle di altri distretti corporei, vengono colpite da insufficienza venosa. L’insufficienza venosa colpisce circa il 30% della popolazione mondiale e nei casi più avanzati si traduce nella presenza di varici, anche chiamate vene varicose, alla safena. 

Le varici altro non sono che dilatazioni delle vene patologiche che diventano tortuose e ingrossate e facilmente visibili superficialmente” afferma il dottor Resta

Causate dalla degenerazione del tessuto delle pareti delle vene, le varici colpiscono tipicamente con l’avanzare dell’età, per predisposizione genetica e persone che eseguono attività che richiedono di stare in piedi per molte ore consecutive.

In questi casi la safena, quando non ha più la sua piena funzionalità strutturale, presenta quindi:

  • ristagno di sangue;
  • dilatazione e visibilità delle vene superficiali (le varici appunto);
  • dolore;
  • senso di pesantezza;
  • gonfiore;
  • cambiamenti della pelle, nei casi più gravi.

 

Che cos’è la safenectomia

La safenectomia prevede la rimozione della grande safena e si rende necessaria quando la vena non funziona più correttamente. 

L’intervento consiste nella rimozione di tutta o parte della safena, a seconda della presenza più o meno estesa delle varici e delle condizioni che la vena presenta. Viene effettuato attraverso piccole incisioni lungo la gamba e viene poi inserita una sonda che ne facilita la rimozione.

“Generalmente, per questo tipo di intervento, viene utilizzata l’anestesia spinale, che anestetizza la parte inferiore del corpo; il paziente rimanere così cosciente, ma senza la sensibilità delle gambe. 

È il medico, tuttavia, che dopo un’attenta valutazione del singolo caso clinico indicherà, anche in base alla storia clinica del paziente e alla durata prevista della procedura, la modalità di sedazione più appropriata”, conferma l’angiologo.

La durata dell’intervento può variare in base all’estensione delle varici e la tecnica chirurgica adottata, ma solitamente ha una durata di un’ora circa

 

Cosa aspettarsi dopo l’intervento: la convalescenza

Dopo la safenectomia, il paziente viene generalmente monitorato per qualche ora e può essere dimesso nella stessa giornata dell’intervento, a meno che non si riscontrino complicanze. 

“La prima conseguenza dell’intervento è la comparsa di un ematoma lungo tutta la coscia e la gamba e, nel periodo immediatamente successivo all’intervento, il paziente potrebbe avvertire un certo dolore e gonfiore nella zona della gamba operata - avverte lo specialista. - In questa fase, per prevenire le eventuali tromboflebiti, viene prescritta una terapia con eparina”.

La convalescenza prevede alcune accortezze che possono facilitare il recupero e prevenire l’insorgenza di problemi. Queste indicazioni di massima sono:

  • indossare calze a compressione graduata, utili per ridurre il gonfiore e migliorare il ritorno venoso. Vanno indossate tutto il giorno per le prime settimane, ma sempre seguendo le indicazioni del medico;
  • mantenere le gambe sollevate e in scarico, quando a riposo. Afferma il dottor Resta: “È utile tenere la gamba operata leggermente sollevata per facilitare la circolazione del sangue”;
  • evitare l’esposizione diretta al sole e bagni caldi e saune perché il calore può aumentare il gonfiore e rallentare la guarigione dei tessuti.

 

Le possibili complicanze post safenectomia

Come per qualsiasi intervento chirurgico, anche la safenectomia comporta alcuni rischi e possibili complicanze. Tra le complicanze più comuni troviamo:

  • dolore e gonfiore, specialmente lungo l’interno coscia nella zona da cui è stata rimossa la vena safena, che può persistere qualche settimana. Il dolore può essere gestito, sotto consiglio medico, con farmaci antinfiammatori e antidolorifici;
  • ematomi o lividi che si possono formare in seguito alle piccole incisioni;
  • infezioni nelle zone d’incisione;
  • formicolio o intorpidimento;
  • sanguinamenti;
  • trombosi venosa profonda (TVP), “anche se raro - afferma l’angiologo -; questa può causare un'embolia polmonare, motivo per cui è fondamentale indossare le calze compressive e seguire le istruzioni del medico”.

 

Cosa fare per favorire una buona guarigione

Il movimento è molto importante per il recupero dopo una safenectomia; è, quindi, fondamentale evitare di restare seduti per molto tempo. Il paziente viene incoraggiato fin da poche ore dall’intervento a camminare, sempre sotto monitoraggio medico e compatibilmente con le condizioni post-operatorie. 

L’indicazione di camminare è data perché stimola la circolazione del sangue e aiuta a prevenire la formazione di trombi. In genere, è consigliabile fare inizialmente delle brevi passeggiate, aumentando gradualmente l’intensità dell’attività fisica in base alle proprie condizioni. 

 

Il controllo post-operatorio

Il controllo post-operatorio è un passo fondamentale nel recupero da un intervento di safenectomia. 

Durante la prima visita post-operatoria, il chirurgo: 

  • verificherà la guarigione della zona operata, rimuovendo i punti di sutura e valutando l’eventuale presenza di gonfiore o dolore persistente; 
  • darà indicazioni su come proseguire la convalescenza. 

“L’ultima visita di controllo, a distanza di circa 2 mesi dall’intervento - afferma il dottor Resta -, viene eseguita con l’ausilio di un esame strumentale, l’ecocolordoppler venoso, che serve per valutare: 

  • il completo riassorbimento degli ematomi; 
  • lo stato delle vene profonde e superficiali residue”.

 

Villa Chiara: il servizio di angiologia

Presso Villa Chiara è presente un ambulatorio di angiologia che segue tutte le patologie angiologiche e dispone dei macchinari per gli esami strumentali principali. Tra questi è possibile eseguire: 

  • ecocolordoppler venoso e arterioso degli arti superiori;
  • ecocolordoppler venoso e arterioso degli arti inferiori;
  • ecocolordoppler dei tronchi sovraortici;
  • ecocolordoppler dei grossi vasi addominali.

Per informazioni è possibile telefonare allo 0512984507 (lunedì, martedì, giovedì e venerdì, dalle ore 13.00 alle 18.30, e il mercoledì dalle ore 8.30 alle 18.30).

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