Come si manifesta la scarlattina e come curarla

PUBBLICATO IL 19 APRILE 2024

La scarlattina è una malattia infettiva causata dal batterio Streptococcus pyogenes. Questa malattia colpisce principalmente i bambini dai 5 ai 15 anni, ma può interessare persone di tutte le età. Si tratta peraltro di una malattia infettiva soggetta a denuncia obbligatoria da parte del medico che la rileva, il quale la notificherà all’autorità sanitaria competente. È pertanto fondamentale consultare un medico per una corretta diagnosi.

Ne abbiamo parlato con la professoressa Antonella Castagna, primario dell’Unità di Malattie Infettive dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e Direttore della scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, e con il Dottor Paolo Del Barba, pediatra presso l’Unità Operativa di Pediatria all'IRCCS Ospedale San Raffaele.

 

Cos’è la scarlattina

“La scarlattina è una malattia infettiva di origine batterica. La causa del suo sviluppo è un batterio, lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A (Streptococco pyogenes), un agente eziologico che produce una tossina pirogenica. La tossina pirogenica, nei soggetti suscettibili, passa in circolo causando l’esantema e gli altri sintomi della malattia - spiega la prof.ssa Castagna -.

Prende il suo nome dallo ‘scarlatto’, che è il colore del caratteristico esantema, il quale si associa ad altri sintomi caratteristici nei soggetti affetti. 

Colpisce principalmente i bambini dai 5 anni fino all’adolescenza: il picco di incidenza è solitamente nel tardo inverno e all’inizio della stagione primaverile”.

 

Come si prende

“Il contagio è diretto e avviene attraverso le goccioline respiratorie per contatto con il muco o la saliva di una persona infetta, la quale può trasmettere il germe all’altra persona.

Il batterio in genere si moltiplica a livello delle prime vie aeree superiori, la tossina prodotta dal germe passa in circolo e causa il quadro clinico della scarlattina. 

Un soggetto affetto risulta contagioso da 5 giorni prima della comparsa dei sintomi fino a 48 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica corretta”.

 

I sintomi

“I sintomi - prosegue il dr. Del Barba - hanno un inizio brusco ancor prima che compaiano le macchie sulla cute e sono: 

  • febbre, anche elevata; 
  • nausea, talvolta vomito;
  • mal di testa
  • faringite/tonsillite.

Successivamente compaiono sintomi piuttosto caratteristici come il rash cutaneo, caratterizzato da piccole macchioline rossastre, che tendono a comparire innanzitutto alla radice degli arti (quindi a livello di ascelle, inguine) e al collo per poi diffondersi nel giro di circa 24 ore nel resto del corpo (tronco, gambe e braccia). Inoltre, a livello della bocca, può svilupparsi la cosiddetta lingua a fragola: le papille della lingua diventano ipertrofiche e assumono un aspetto simile a una fragola”. 

 

Come si diagnostica la scarlattina

Se certi sintomi fanno sospettare la presenza di scarlattina, allora si prosegue con l’esecuzione di un tampone faringeo, un esame necessario per confermare la diagnosi, che deve essere svolto prima dell’inizio della terapia antibiotica.

“Per quanto riguarda la diagnosi, la conferma dell’agente eziologico avviene attraverso l’esecuzione del tampone faringeo per SBEGA, cioè lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A - spiega il pediatra - . Si esegue a livello della gola e può essere:

  • un tampone rapido, eseguibile  presso il medico curante o in farmacia;
  • un tampone con esame colturale, che può essere svolto presso un laboratorio di microbiologia (come, ad esempio, all’interno dell’IRCCS Ospedale San Raffaele). L’esame colturale può dimostrare un’eventuale crescita batterica. Si tratta di un esame che ha dei tempi più lunghi di refertazione ma, in particolare nei casi dubbi, si consiglia di eseguirlo per avere un’assoluta certezza della diagnosi”.

 

Come si cura

La terapia si avvale dell’utilizzo di antibiotici orali, in particolare l’amoxicillina. In alternativa si potrebbe optare per un’iniezione di penicillina per via intramuscolare, ma oggi non viene quasi più utilizzata preferendo l’assunzione dell’antibiotico per via orale.

“Dopo 48 ore di terapia antibiotica il paziente sta meglio, i sintomi diminuiscono: si consiglia di tenere il bambino a casa in isolamento per almeno 48 ore dall’inizio della terapia - conclude la prof.ssa Castagna -. Dal terzo giorno, se il bambino è in buone condizioni, non è più necessario l’isolamento, ma bisogna proseguire la terapia antibiotica mandatoriamente per 10 giorni, tempo necessario per avere l’assoluta certezza che l’infezione batterica venga eradicata".

 

Come si previene

Per quanto riguarda la prevenzione, attualmente non esistono misure preventive specifiche per la scarlattina, al di là delle comuni norme igieniche come:

  • il lavaggio frequente delle mani;
  • il cambio d’aria frequente degli ambienti chiusi;
  • evitare contatti ravvicinati con persone malate. 

Per tale ragione, la terapia antibiotica nei casi confermati è di estrema rilevanza. Tuttavia, sono in fase di sviluppo vaccini per la prevenzione contro lo Streptococco Pyogenes.

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