Allergia da imenotteri: le reazioni causate dalle punture e come comportarsi
PUBBLICATO IL 07 AGOSTO 2024
Si stima che in Italia oltre 5 milioni di persone vengono punte ogni anno dagli imenotteri, cioè da vespe, api e calabroni. Un problema frequente soprattutto in estate quando si tende a passare più tempo all’aria aperta, in spiaggia, nei prati o in montagna.
Nella maggior parte dei casi le reazioni causate dalle punture degli imenotteri, per quanto fastidiose, rimangono circoscritte, con diversa entità, alla sede della puntura. Nel 2% dei casi, però, possono dare reazioni allergiche sistemiche fino a shock anafilattici.
Che cosa fare allora se si viene punti? È possibile prevenire le punture degli imenotteri? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Stefania Milani, referente del servizio di Allergologia e Immunologia del Policlinico San Marco e di Smart Clinic all’interno de “Le Due Torri” e “Oriocenter”.
Le diverse reazioni al veleno di imenotteri
Le reazioni alla puntura di imenottero sono legate al fatto che, quando questi insetti pungono una persona, le inoculano una sostanza velenosa. Non tutti però reagiscono allo stesso modo.
“Nelle persone non predisposte, questo veleno, ricco di sostanze irritanti, causa nella zona della puntura:
- bruciore;
- rossore;
- dolore;
- prurito.
Si tratta di reazioni del tutto normali finché restano localizzate nella sede della puntura e sono limitate nella gravità e nella durata - spiega la dottoressa Milani -.
In chi è predisposto, invece, il veleno può provocare allergia, ovvero una reazione esagerata da parte dell’organismo che si manifesta non solo con bruciore, rossore, dolore e prurito intensi che si estendono ben oltre la sede della puntura, ma anche con reazioni come:
- orticaria;
- gonfiore alla gola con senso di soffocamento;
- asma;
- nei casi più gravi, shock anafilattico, che può avere anche esiti fatali”.
Schematizzando, le reazioni al veleno di imenotteri possono essere distinte in:
- reazione normale: si manifesta con rossore, dolore e gonfiore nella sede della puntura;
- reazione locale estesa: si verifica quando la reazione cutanea si estende oltre un diametro di 10 centimetri dalla sede della puntura;
- reazione allergica: in questo caso la reazione può estendersi a tutto il corpo, con la comparsa, nell’arco di 15-30 minuti dalla puntura di lesioni rilevate, rosse e pruriginose, a cui si può associare gonfiore di labbra, palpebre e regione perioculare (i cosiddetti angioedemi);
- reazione anafilattica: oltre alla pelle e alle mucose vengono coinvolti anche altri apparati quali il cardiocircolatorio, il respiratorio e il gastrointestinale. Si manifesta con sintomi come giramenti di testa, abbassamento della pressione, sensazione di svenimento, asma, difficoltà a respirare, sensazione di gonfiore alla gola, crampi addominali intensi, nausea, vomito, diarrea. In genere compare dai 5 ai 20 minuti dopo la puntura.
Cosa fare in caso di puntura di imenotteri
La prima cosa da fare, se si viene punti da una vespa o un calabrone, è rimuovere il pungiglione, qualora visibile, con un movimento secco e rapido. È importante farlo entro 20 secondi, periodo trascorso il quale il veleno sarà ormai in circolo nel corpo.
“Successivamente - continua la specialista -, il trattamento dipende dalla gravità della reazione:
- in caso di reazione normale circoscritta alla cute è sufficiente mettere prima possibile del ghiaccio per ridurre il gonfiore e una pomata al cortisone per trattare l’infiammazione;
- se la reazione è più estesa, ma sempre limitata alla cute, oltre al ghiaccio e alla pomata di cortisone può essere indicato, su indicazione medica, assumere anche cortisone e antistaminico per bocca per contrastare l’infiammazione e il prurito diffuso;
- in caso di reazione allergica, invece, se si hanno a disposizione antistaminici e cortisonici è opportuno assumerli al più presto. Altrimenti bisogna recarsi immediatamente al Pronto Soccorso per la somministrazione e prescrizione di una adeguata terapia. Successivamente sarà importante effettuare una visita allergologica per una corretta diagnosi e terapia. Lo specialista allergologo istruirà anche la persona su come trattare una possibile futura reazione anafilattica con autoiniettori di adrenalina da somministrare nel muscolo della coscia. Nelle persone che hanno avuto reazioni anafilattiche, l’adrenalina è un vero e proprio farmaco salvavita”.
Le regole per evitare le punture di imenotteri
Ecco 7 consigli per evitare le punture di imenotteri:
- non camminare mai senza scarpe, soprattutto sull’erba;
- evitare abiti con colori vivaci perché attraggono gli imenotteri e soprattutto le api;
- evitare profumi, cosmetici profumati, deodoranti;
- indossare guanti e indumenti coprenti per andare in bicicletta o in moto. Tenere il casco della moto chiuso;
- non compiere movimenti bruschi quando si avvicinano api o vespe;
- evitare di consumare cibi all’aperto e conservare ben chiusi i rifiuti poiché il profumo del cibo attrae soprattutto le vespe;
- fare attenzione alle bibite in lattina una volta aperte, per la possibilità che un’ape o una vespa vi siano entrate.
Il vaccino? La prevenzione più efficace nelle persone a rischio
Per le persone ad alto rischio di reazione anafilattica o di reazioni allergiche di medio-alta intensità, la forma di prevenzione principale è rappresentata dall’immunoterapia specifica, una sorta di ‘vaccino’.
“Consiste nell'inoculazione sottocutanea di dosi crescenti del veleno dell’insetto a cui si è allergici, partendo da dosaggi estremamente bassi. In questo modo l’organismo si ‘abitua’ progressivamente al veleno fino a raggiungere una soglia di tolleranza che scongiura reazioni gravi in caso di puntura accidentale. L’immunoterapia specifica per via iniettiva, infatti, al momento attuale rappresenta l’unico presidio terapeutico in grado di prevenire efficacemente le reazioni allergiche sistemiche in caso di nuova puntura, con una efficacia protettiva superiore al 90%” conclude la dottoressa Milani.