Gentilezza: cosa significa in psicologia e perché è importante

PUBBLICATO IL 13 NOVEMBRE 2023

La gentilezza, qualità nobile, rara e forse un po' obsoleta, ha in sé un forte potenziale: è un elemento essenziale dal quale possono prendere vita relazioni sane e virtuose. Praticare gentilezza, trattare gli altri in modo delicato, ci fa essere più felici, migliora il clima in cui viviamo e apporta un generale benessere psico-fisico. 

Oggi, in occasione della giornata mondiale della gentilezza, affrontiamo questa tematica con il dott. Davide Carlotta, psicologo e psicoterapeuta presso l’ambulatorio dedicato dell’Istituto di Cura Città di Pavia, dell’équipe del prof. Fossati, professore ordinario e preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. 

                                                                                             

Cos’è e qual è il significato psicologico di gentilezza

Dare una definizione univoca del concetto di gentilezza non è un’operazione semplice. “La ricerca in psicologia - spiega il dott. Carlotta - si è ripetutamente interrogata sugli effetti che gli atti di gentilezza possono avere, tanto su chi li pratica, quanto su chi li riceve. Spesso, però, autori diversi danno allo stesso costrutto definizioni diverse. 

Sotto il termine generico di ‘gentilezza’ sono incluse numerose emozioni e comportamenti prosociali correlati, come quelli di: 

  • cura; 
  • generosità; 
  • altruismo; 
  • empatia; 
  • gratitudine; 
  • compassione. 

Una possibile ragione per questa disomogeneità può avere a che fare con la natura complessa del fenomeno. Essere autenticamente gentili, infatti, richiede un coinvolgimento sotto diversi aspetti:

  1. emotivo, con sentimenti orientati verso l’altro, come simpatia, empatia e rispetto, oppure internamente, come il senso di colpa per un comportamento sbagliato;
  2. cognitivo, attraverso un processo attivo di comprensione e integrazione del proprio punto di vista con quello altrui, che amplia la portata della nostra mente e facilita l’apertura a nuove esperienze;
  3. comportamentale, svolgendo azioni orientate verso gli altri, come semplici atti di prosocialità (per esempio, aiutare o confortare un altro) o comportamenti prosociali più complessi (quali condividere, cooperare o includere persone discriminate), oppure orientate al sé, come i comportamenti di cura di sé”.

 

Perché è importante essere gentili? 

La risposta del perché è importante ci viene dalla letteratura scientifica ed è tanto semplice quanto efficace: perché ci fa bene, indipendente da età, sesso, provenienza geografica, etc. Una simile evidenza non dovrebbe tuttavia sorprenderci. 

“La specie umana, d’altronde – spiega il dott. Carlotta -, discende da una lunga stirpe di primati sociali, che vivono in gruppo da milioni di anni. La selezione naturale ha dunque favorito un’ampia gamma di meccanismi psicologici che hanno permesso agli esseri umani di trarre vantaggio dalle interazioni cooperative”.

Salutare, sorridere, essere predisposti al dialogo, porsi in modo educato sono azioni che ci fanno apparire gentili agli occhi degli altri. La gentilezza crea connessione, empatia, rasserena e accoglie, ci fa sentire capiti. Non vi è un ambito ristretto nel quale essere gentili: sconfinare in questo senso è auspicabile perché bendispone l’altro, in qualsiasi ambito relazionale, amicale, familiare o lavorativo.  

 

Cosa succede nel nostro cervello quando compiamo un atto di gentilezza

Essere gentili: 

  • aumenta i livelli di ossitocina e serotonina nel nostro cervello; 
  • conferisce una sensazione di appagamento e di benessere generale

“È stato ipotizzato, per esempio, che le relazioni sociali positive – spiega lo specialista - possano influenzare la risposta a cascata allo stress. In particolare, migliorando la resilienza e tamponando la risposta ai fattori di stress, il supporto sociale ne diminuirebbe l’impatto negativo sulla salute fisica e mentale. Questo avverrebbe perché il comportamento sociale sembra appoggiarsi a un circuito neurale alternativo rispetto a quello implicato nelle risposte di attacco-fuga, favorendo così risposte più modulate agli eventi stressogeni”.

 

Quali sono i benefici per il nostro organismo

“I risultati di una revisione metanalitica (un tipo di ricerca che sintetizza i dati provenienti da diversi studi condotti in precedenza su un dato argomento) hanno mostrato - continua il dottore - come anche le evidenze sperimentali siano concordi nell’indicare che compiere atti di gentilezza migliori il benessere di chi li compie

L’intensità di questo effetto è comparabile a quello di altri interventi psicologici quali la mindfulness o il pensiero positivo. 

“Non si è tuttavia arrivati a un dato conclusivo circa la durata di questo effetto, se sia solo a breve termine oppure persista più a lungo nel tempo. Questa capacità degli atti di gentilezza di indurre felicità e benessere, inoltre, promuove la messa in atto di ulteriori comportamenti prosociali, innescando così un circolo virtuoso” conclude il dottore.

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