Test da sforzo cardiopolmonare: a cosa serve e come funziona
PUBBLICATO IL 05 OTTOBRE 2021
Il CPET o test da sforzo cardiopolmonare è un esame che valuta la risposta all’esercizio di cuore e polmoni ed è utile per gli atleti e per i pazienti. Parola al cardiologo.
Il test da sforzo cardiopolmonare è uno dei test più completi attualmente disponibili, che fornisce una valutazione globale della risposta dell'organismo all'esercizio. Un esame molto utile per la valutazione, con un’analisi multiparametrica della funzionalità cardiaca, respiratoria e muscolare, che non limita alla sola osservazione dell’elettrocardiogramma.
Identificato comunemente con l’acronimo CPET, è un test non invasivo di secondo livello, fondamentale per la valutazione di:
- atleti, per valutare la capacità di performance e l’ottimizzazione dell’allenamento;
- pazienti con potenziali patologie cardiologiche o respiratorie o di entrambi.
Come funziona? Ce ne parla il dottor Giuseppe De Blasio, responsabile del Servizio di Cardiologia all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e all’Istituto Clinico San Siro.
A che cosa serve
Il test da sforzo cardiopolmonare serve per valutare la risposta all’esercizio del cuore e del polmone, integrando i due dati.
Si può definire un test di valutazione funzionale completo proprio perché riesce a tracciare un profilo fisiologico a 360 gradi di un soggetto sotto sforzo valutando:
- l'aspetto cardiaco
- l’aspetto respiratorio
- l’aspetto metabolico.
“Com’è noto, cuore e polmoni sono intimamente connessi tra loro, per cui le patologie dell’apparato respiratorio si ripercuotono sul cuore e viceversa, portando in alcuni casi a una coesistenza delle due malattie - spiega il dott. De Blasio -. Pensiamo, ad esempio, a pazienti fumatori con insufficienza respiratoria e contestualmente si ammalano di malattie coronariche.
Nell’insieme, questo esame è in grado di valutare la capacità di esercizio e disfunzione dei due apparati, valutando il flusso di ossigeno inspirato e di anidride carbonica espirata”.
Come si fa
“Il test si esegue applicando degli elettrodi sul torace del paziente per monitorare la frequenza cardiaca mediante elettrocardiogramma - continua l’esperto -.
La misurazione dei gas (ossigeno e anidride carbonica) viene invece effettuata con una maschera a cui è collegato un apparecchio chiamato flussimetro.
Al paziente è, quindi, chiesto di pedalare su una cyclette, il cicloergometro, che lo sottoporrà a uno sforzo crescente. Durante l’attività fisica, vengono monitorate:
- la pressione arteriosa;
- la saturazione.
Lo strumento trasmette, analizzando respiro per respiro, l'andamento del consumo di ossigeno e la produzione dell'anidride carbonica.
L'apparecchiatura consente, inoltre, di costruire un grafico formato da una serie di curve che illustrano il metabolismo della persona.
Il medico interrompe il test quando:
- viene raggiunto il massimo della capacità di lavoro;
- se subentrano criteri di interruzione comuni a ogni test ergometrico come aritmie, modificazioni di significato ischemico dell’elettrocardiogramma, disturbi soggettivi del paziente.
La durata della prova è di circa 45-60 minuti.
Il referto
Nel referto vengono indicati:
- il picco di consumo di ossigeno raggiunto;
- il valore relativo (espresso in percentuale) rispetto al riferimento calcolato per un soggetto della stessa fascia di età.
Per chi è indicato
“Il test da sforzo cardiopolmonare è indicato in quei soggetti in cui si vuole stabilire se la resistenza allo sforzo è normale o ridotta e, nel caso in cui sia ridotta, se la causa è da ricondurre a disturbi cardiaci/polmonari o a semplice mancanza di attività fisica”, continua il dott. De Blasio.
I diversi target di soggetti sono:
- soggetti con affanno di origine imprecisata per diagnosi differenziale;
- soggetti con scompenso cardiaco, per valutare l’efficienza dell’apparato respiratorio e soprattutto per valutare la tolleranza all’esercizio e per ottimizzazione della terapia cardioattiva;
- soggetti che hanno patologie di tipo coronarico per dare indicazioni sull’ischemia inducibile e sulla eventuale coesistenza di patologie polmonari;
- soggetti che praticano attività sportiva per migliorare l’allenamento individuale.
Galeazzi come centro specializzato
“Questa tipologia di test è appannaggio di pochi centri qualificati, come l’IRCCS Galeazzi, perché l’analisi dell’esame è piuttosto complessa e richiede una particolare esperienza del cardiologo - conclude il dott. De Blasio -.
In quest’ambito viene anche utilizzato, per esempio, per la valutazione di pazienti che afferiscono alla cardiochirurgia permettendo di fare previsioni sul risultato che si vuole ottenere con l’intervento e il punto di partenza delle condizioni del paziente”.