Come si cura la "Malattia del bacio"
PUBBLICATO IL 04 OTTOBRE 2021
La mononucleosi, altrimenti chiamata ‘malattia del bacio’ per la sua trasmissibilità tramite la saliva, è una malattia infettiva piuttosto contagiosa, diffusa in tutto il mondo, colpisce grandi e piccoli e non ha una stagionalità definita. È causata dal virus Epstein-Barr (EBV), che appartiene alla famiglia degli herpes virus.
Il Prof. Fouad Kanso, Responsabile dell’U.O. di Medicina di Laboratorio dell’Istituto Clinico S. Anna spiega come riconoscerla e curarla.
Decorso e quanto dura
Come spiega il medico: “La mononucleosi infettiva, le cui cellule bersaglio sono principalmente i linfociti B, ha un decorso solitamente acuto e si protrae da 1 mese a 1 mese e mezzo.
Viene chiamata mononucleosi per la caratteristica presenza in livelli superiori alla norma, nel sangue di cellule mononucleate, cellule immunitarie come monociti e linfociti, addette alla rigenerazione e riparazione dei tessuti.
La malattia ha un periodo di incubazione variabile:
- nei bambini è di circa 1 mese mentre
- negli adulti si protrae più a lungo”.
In genere la quantità del virus nella saliva diminuisce drasticamente dopo una settimana dalla comparsa dei sintomi, ma molte persone continuano a presentare tracce di questo virus nella saliva anche per molto tempo.
Come si prende
“Il contagio - continua il Prof. Kanso - avviene:
- per via diretta, tramite la saliva;
- per via indiretta, bevendo da un bicchiere contaminato da una persona infetta o mettendo in bocca giocattoli utilizzati da altri bimbi infetti da Epstein-Barr virus.
I sintomi
I sintomi classici di questa malattia sono:
- febbricola, una febbre che sta attorno ai 37 - 37,5 (anche se alcuni soggetti possono arrivare ad avere sino a 40) che può persistere anche per 2 settimane;
- spossatezza;
- inappetenza.
Mononucleosi nei bambini
Nei più piccoli la mononucleosi può determinare anche gastroenterite e gonfiore a livello palpebrale.
Nella fase acuta della malattia, invece, si riscontra mal di gola con presenza di placche giallastre sulle tonsille.
Spesso uno dei sintomi specifici di questa malattia è anche l’ingrossamento dei linfonodi del collo, del fegato e della milza.
La diagnosi della mononucleosi
“La diagnosi della mononucleosi infettiva non è particolarmente difficile - puntualizza lo specialista - . Eseguendo un emocromo con uno striscio periferico (per rilevare lo stato delle cellule presenti nel sangue al momento del prelievo), per esempio, un occhio esperto di laboratorio può riscontrare numeri più alti di linfociti rispetto ai neutrofili nella formula leucocitaria, rilevando cellule linfomonocitoidi tipiche di questa malattia.
In seconda analisi, ricorrendo alla sierologia, quella branca della medicina di laboratorio che studia in laboratorio le reazioni antigene-anticorpo, è possibile certificare la presenza dei 4 tipi di anticorpi dell’EBV virus, in particolare quelli della famiglia IgM, quelli più precoci, che in seguito lasciano al posto agli anticorpi di classe IgG”.
La cura
“Il trattamento della mononucleosi infettiva - conclude il Responsabile dell’U.O. di Medicina di Laboratorio dell’Istituto Clinico S. Anna - generalmente contempla una terapia di supporto con antipiretici e antinfiammatori in quanto è una malattia di origine virale dove non serve usare antibiotici tranne nelle complicazioni dove sopraggiunge una sovrainfezione o una contaminazione batterica a livello della faringe.
Solo nei casi più gravi, infine, si ricorre al cortisone o ad un antivirale per uso orale”.