I tumori urologici più frequenti

PUBBLICATO IL 30 NOVEMBRE 2021

L’urologo fa una panoramica dei tumori maschili più frequenti tra cui il tumore alla prostata, alla vescica, al rene e al testicolo.  

Tra i tumori maschili più frequentemente diagnosticati, ve ne sono diversi legati all'ambito urologico: il tumore della prostata (per cui, nel 2020, sono state stimate 36.000 nuove diagnosi, il tumore della vescica (per cui, nel 2020, sono state stimate 25.500 nuove diagnosi), il tumore del rene e delle vie urinarie (per cui, nel 2020, sono state stimate 13.500 nuove diagnosi), e il tumore del testicolo (per cui, nel 2020, sono state stimate 2.300 nuove diagnosi)*.

Vediamoli più da vicino con il contributo del Dott. Danilo Zani, Responsabile dell’U.O. di Urologia dell’Istituto Clinico Città di Brescia

 

Il tumore della prostata

Il tumore della prostata, il più diffuso tra gli uomini, è spesso asintomatico: pur essendo raro tra i pazienti con meno di 40 anni, la sua incidenza aumenta con il progredire dell’età.  

Come spiega il medico: “Per individuare quei pazienti a cui fare una biopsia, procedura che consente la diagnosi, è necessario sottoporsi a:

  • visita in ambulatorio;
  • esplorazione rettale;
  • esame del  PSA;
  • ecografia prostatica o risonanza magnetica nucleare”. 

Le terapie sono molteplici e dipendono dal grado di aggressività del tumore: “Quando il tumore è confinato alla prostata - continua l’esperto -  si può scegliere tra la sorveglianza attiva, la terapia chirurgica (tradizionale o laparoscopica) e la radioterapia. Nelle forme avanzate, invece, si può  bloccare la malattia con la terapia ormonosoppressiva e la chemioterapia”.

 

Il tumore della vescica

Rappresenta il secondo tumore urologico per incidenza. Approfondisce lo specialista: “Nella maggior parte dei casi questa neoplasia non interessa la parete della vescica a tutto spessore, ma solo la parte più superficiale. 

I sintomi a cui prestare attenzione sono:

  •  sangue nelle urine;
  •  disturbi irritativi come la cistite (sia pur in forma meno frequente). 

Gli strumenti impiegati per diagnosticare questa patologia sono:

  •  l’ecografia;
  •  la uro-TAC (grazie a cui visualizzare le vie urinarie);
  •  la cistoscopia;
  •  l’esame citologico delle urine. 

Come terapia, in caso di malattia non invasiva, il tumore della vescica si può controllare mediante una resezione endoscopica associata a chemio o immunoterapia endovescicale

In caso di malattia invasiva della parete, invece, bisogna optare per un trattamento chirurgico demolitivo associato ad una derivazione urinaria o, nei casi in cui sia possibile, ad una ricostruzione della vescica”.

 

Il tumore del rene

Rispetto alle neoplasie descritte in precedenza, i tumori del rene hanno una frequenza più limitata, ma i sintomi sono spesso silenti. Tra questi: 

  • sangue nelle urine; 
  • dolore al fianco;
  • massa palpabile.

“La maggior parte dei tumori del rene - prosegue il Dott. Zani - viene diagnosticata in modo incidentale spesso in seguito ad indagini per altre cause. Ecografia e una TAC addome-pelvi consentono di stadiare la malattia. 

La tecnica chirurgica può essere:

  • conservativa, nel caso in cui si proceda alla rimozione del nodulo;
  • demolitiva

L’intervento può essere eseguito in laparoscopia o a cielo aperto”.

 

Tumore del testicolo o del pene

Ultime per incidenza, ma comunque da non sottovalutare, le neoplasie del testicolo e del pene. 

“I tumori del testicolo, non frequenti, colpiscono soprattutto giovani in un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, mentre i tumori del pene, ancor più rari, possono colpire a livello del glande o del prepuzio

Se per il tumore al testicolo, accertato tramite una visita, un’ecografia scrotale o da una biopsia del testicolo, si procede con l’asportazione di testicolo e funicolo. Con il tumore del pene, riscontrabile quando compaiono ulcerazioni o noduli, il trattamento dipende dall’estensione della malattia ed è generalmente la chirurgia ”.

 

Prevenzione oncologica primaria e secondaria

Esistono una prevenzione primaria ed una prevenzione secondaria. “La prevenzione primaria ha lo scopo di ridurre l’insorgenza di neoplasie attraverso la riduzione dell’esposizione a fattori di rischio per esempio riduzione del fumo di tabacco, modifiche nello stile di vita e nell’alimentazione. 

La prevenzione secondaria - conclude lo specialista - ha lo scopo di effettuare una diagnosi in una fase precoce, quando cioè sono maggiori le probabilità di guarigione. Può essere effettuata attraverso l’individuazione dei sintomi iniziali della malattia come per esempio può essere l’ematuria (diagnosi precoce) o attraverso l’esecuzione di indagini diagnostiche sulla popolazione asintomatica (screening)”.


*Dato 2021 AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia): link

Cura e Prevenzione