Blefarite: cos'è e quali sono i sintomi più comuni
PUBBLICATO IL 22 NOVEMBRE 2021
La blefarite è una patologia piuttosto comune causata da un’infiammazione del bordo delle palpebre.
Conosciamola meglio grazie alla consulenza del Dott. Renato Valeri, Responsabile dell’U.O. di Oculistica dell’Istituto Clinico San Rocco.
I sintomi
“La blefarite è un disturbo piuttosto comune che si manifesta con sintomi quali:
- prurito;
- bruciore;
- sensazione di corpo estraneo;
- fotofobia;
- irritazione.
Il paziente quando giunge alla visita solitamente presenta un arrossamento del bordo palpebrale e si lamenta di questi sintomi”, intrtoduce il Dott. Valeri.
Tipi di blefarite
Come spiega il Responsabile dell’U.O. di Oculistica dell’Istituto Clinico San Rocco, esistono 2 tipologie di blefariti:
- blefariti anteriori;
- blefariti posteriori.
Vediamo con lo specialista in cosa si distinguono.
Le blefariti anteriori
“Le blefariti anteriori sono dei processi infiammatori che coinvolgono la parte anteriore della palpebra, per intenderci la zona che circonda l’area delle ciglia - illustra l’oculista -.
A seconda delle cause, le blefariti anteriori si classificano in:
- stafilococciche: riconducibili ad un’alterazione della risposta ad alcuni patogeni;
- seborroiche: dovute ad un’alterazione della secrezione del sebo;
- da demodex (acari del viso): causate dalla presenza di acari che, ristagnando al livello della base delle ciglia, creano questa irritazione”.
Le blefariti posteriori
Le blefariti posteriori (meiboniti) interessano la parte più posteriore della palpebra e, in maniera specifica, sono conseguenti:
- ad un’alterazione delle ghiandole di Meibomio (le ghiandole preposte alla produzione della componente lipidica delle lacrime, una componente necessaria per evitare la loro evaporazione);
- ad un'alterazione ormonale.
“Nei pazienti che presentano questa forma - continua lo specialista - la lacrima evapora più rapidamente, nonostante lamentino un eccesso di lacrimazione. Può sembrare un paradosso, ma non è così: ogni volta che apriamo e chiudiamo gli occhi, infatti, come un tergicristallo, togliamo uno strato di lacrima e ne riposizioniamo un altro che resta a protezione tra un ammiccamento e l’altro. I pazienti che presentano una carenza in questa fase lamentano un’irritazione dell’occhio e ciò determina una lacrimazione eccessiva che, però, bagna l’occhio, ma non lo protegge”.
La cura
“Le blefariti, che hanno spesso un andamento cronico, vanno trattate mediamente per una decina di giorni con una buona igiene oculare, eventuale terapia antibiotica e con sostituti lacrimali utili per riequilibrare il film lacrimale che è naturalmente compromesso.
Per ridurre l’incidenza delle recidive - conclude il Dott. Valeri - è indicato mantenere nel tempo una corretta igiene palpebrale con l’utilizzo di salviettine medicate e lubrificanti oculari”.