Calcoli alla cistifellea: come riconoscerli e curarli

PUBBLICATO IL 12 GENNAIO 2021

I calcoli alla cistifellea possono avere sintomi poco chiari e generici, l’esperto ci spiega cosa sono, come si diagnosticano e curano.

I calcoli alla cistifellea (o calcolosi della colecisti) sono una patologia piuttosto fastidiosa e dolorosa e decisamente molto frequente che interessa soprattutto persone di età media, intorno ai 40-50 anni, ma anche più anziani, con una prevalenza delle donne sugli uomini.

Si tratta di una condizione che ha incidenza sulla nostra quotidianità, a causa dell’ampio ventaglio di sintomi che solo un gastroenterologo esperto e un chirurgo possono riconoscere e trattare. 

Ma qual è il percorso da seguire? Ce ne parla il professor Giancarlo Micheletto, responsabile dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio.

I sintomi dei calcoli della colecisti

“La manifestazione più classica della colelitiasi (altra denominazione della calcolosi della colecisti) è la colica biliare, cioè dolori piuttosto importanti localizzati soprattutto sotto il costato destro e che interessano anche la regione centro-addominale o la parte posteriore vicino alla scapola destra; possono durare, talvolta, anche alcune ore e di solito passano in modo assolutamente spontaneo”, spiega il professore Micheletto. 

Oltre a questa manifestazione, i calcoli alla colecisti, che interessano un grande numero di persone, spesso e volentieri, non danno  particolari disturbi e decorrono, quindi, in modo asintomatico. 

I sintomi, in realtà, sono frequentemente disturbi poco chiari e generici: “Una cattiva digestione, la lingua amara, un brutto sapore in bocca, il senso di peso allo stomaco (la dispepsia, cioè una digestione difficile) sono solo alcuni dei sintomi collegati alla calcolosi a cui spesso non diamo importanza, perché diamo la colpa a un pasto troppo abbondante o all’eccedenza di qualche particolare cibo mentre in realtà nasconde una problematica di fondo”. 

I fattori che predispongono

“Esistono dei fattori che predispongono ai calcoli alla cistifellea e che, sicuramente, sono presenti soprattutto nelle donne come, ad esempio: 

  • la gravidanza
  • i disturbi ormonali
  • l’allattamento.

Cioè, tutte quelle situazioni legate espressamente al sesso femminile piuttosto che a quello maschile”, spiega il prof. Micheletto. 

Come si diagnosticano i calcoli alla cistifellea

I calcoli sono sassolini grandi dai 5 millimetri ai 6 centimetri i quali possono rimanere asintomatici fino al momento in cui, come detto, non causano la colica biliare, vero campanello d’allarme della calcolosi alla cistifellea.

Per essere sicuri al 100%, l’esame strumentale più indicato è sicuramente l’ecografia addominale: “Questo esame semplice e poco invasivo - approfondisce il prof. Micheletto - utilizza gli ultrasuoni per dimostrare la presenza o meno degli inconfondibili ‘sassolini’ e può essere utilizzato, tranquillamente, anche dalle donne in gravidanza. 

Se l’ecografia è positiva e rileva la presenza di calcolosi, il paziente è sicuramente da studiare e valutare poiché i calcoli, anche se talvolta sono silenti, quando cominciano a dare disturbi, possono portare a condizioni più preoccupanti, come la colica biliare o la colecistite, cioè l’infiammazione della colecisti, da trattare tempestivamente. Il fattore tempo è essenziale”. 

Le complicanze della colelitiasi

“Se trascurata può persino causare una pancreatite, cioè la flogosi del pancreas che è l’organo più vicino alla colecisti che si può infiammare e che deve essere assolutamente trattata in maniera adeguata, spesso anche con il ricovero del paziente. 

Un’altra complicanza della colelitiasi - aggiunge il professor Micheletto -  è rappresentata dal passaggio dei calcoli dalla colecisti nel coledoco, cioè in quel dotto che unisce il fegato e la colecisti all’intestino, provocando l’ittero (con il classico colorito giallo della pelle). L’ittero è un’altra complicanza importante della calcolosi della colecisti e anch’esso deve essere adeguatamente trattato”.

Come si curano i calcoli alla cistifellea

“Per non arrivare a queste complicanze - conclude Micheletto - il gastroenterologo medico è una figura molto importante perché può dare indicazioni da un punto di vista alimentare e anche farmacologico.

Altrettanto importante è il chirurgo che può risolvere il problema ricorrendo alla colecistectomia, cioè alla rimozione della colecisti contenente i calcoli, che da molti anni a questa parte viene eseguito per via laparoscopica mininvasiva

È un intervento che richiede un giorno di ricovero in ospedale e che permette di risolvere il problema definitivamente, senza poi dover seguire una terapia farmacologica di mantenimento. 

Se la colecisti si ammala, conviene a un certo punto toglierla. Al contrario di quanto si possa pensare, è possibile (un po’ come per l’appendice) vivere senza colecisti”.

Cura e Prevenzione