Visita Urologica, quando farla e perché

PUBBLICATO IL 12 GIUGNO 2020

Se è vero che molti uomini sono consapevoli dell’importanza di un controllo periodico dall’urologo, uno su due trascura sintomi che potrebbero essere segnali di un problema.

Perché e quando un uomo dovrebbe sottoporsi ad una visita urologica? Ne parliamo con il dott. Ioannis Kartalas Goumas Responsabile dell’Urologia dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano. 

“Spesso gli uomini sono preoccupati all’idea di dover affrontare una visita urologica, perché non sanno in cosa consiste e danno adito a falsi miti - commenta il dott. Goumas -. 

Sottovalutano l’importanza di questo tipo di controllo per la salvaguardia della loro salute, utile per escludere o individuare possibili malattie o disfunzioni. 

La visita urologica serve soprattutto a valutare la prostata, ossia una ghiandola che si trova sotto la vescica, davanti al retto. 

La funzione della prostata non è urinaria, ma serve a produrre gran parte del liquido seminale in quanto è l’organo dell’eiaculazione. 

La prostata cambia nel corso della vita: a partire dai 40-50 anni avvengono delle modificazioni nel tessuto prostatico che comportano la comparsa di cellule nuove, benigne, che si moltiplicano creando un nucleo centrale che si espande e fa crescere il volume prostatico. 

Questo fenomeno è noto come ipertrofia prostatica benigna”.

Gli effetti dell’ ipertrofia prostatica benigna

L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è un fenomeno naturale che dipende dagli ormoni maschili (testosterone): “Avere la prostata più voluminosa non è una malattia - precisa il dottore -. In alcuni casi però l’aumento volumetrico si accompagna anche a infiammazione e a cambiamenti del tono della muscolatura prostatica. 

Ciò può comportare una compressione sul canale urinario e una irritazione e affaticamento della vescica durante la minzione (ipertrofia prostatica sintomatica). 

Ma non solo: è stato visto che l’IPB sintomatica può causare anche alterazioni della funzione sessuale come la disfunzione erettile o l’alterazione dell’eiaculazione”.

Perché sottoporsi ad una visita urologica 

La visita urologica è molto importante e serve a valutare la prostata, la minzione e la funzione sessuale. 

“La prostata - approfondisce lo specialista - fa parte dell’apparato riproduttivo e durante la visita l’urologo affronta con il paziente argomenti intimi, andando a valutare lo stato di salute dei genitali ed eseguendo l’esplorazione rettale. 

Spesso è proprio per questa manovra che gli uomini evitano di sottoporsi a visita urologica o se costretti, la affrontano con grande ansia e preoccupazione. 

E’ sbagliato pensare che in assenza di sintomi la visita non serva. A volte, infatti, i sintomi urinari non sono riconosciuti o vengono sottostimati. La sintomatologia di una malattia urologica può essere variabile e subdola oppure addirittura assente: non si tratta solo di urinare la notte o di sentire dolore durante la minzione.

Ecco perché è importante dopo i 50 anni sottoporsi in modo routinario a questo tipo di visita specialistica e prima dei 50 anni, in particolar modo se si ha familiarità per il tumore prostatico.”

Come avviene la visita urologica 

“ La visita specialistica urologica - spiega il dottore - consiste in alcune manovre che valutano lo stato generale dei reni, delle vie urinarie e dell'apparato riproduttivo maschile. 

Può essere un momento di preoccupazione e di imbarazzo per il paziente, molto di più rispetto ad altre visite mediche, questo perché al centro della visita si trovano zone sensibili e intime del nostro corpo.” 

La visita è dolorosa?

“Se la visita viene effettuata in modo delicato e non frettoloso il paziente non dovrebbe sentire alcun dolore. Se il paziente è affetto da una patologia dolorosa - precisa il dott. Goumas -, allora è possibile che senta un fastidio temporaneo durante la palpazione della zona dolorante. 

Soprattutto in questo caso, però, il medico si renderà conto del problema e utilizzerà estrema cautela e delicatezza.”

L’esplorazione rettale: come avviene e a cosa serve

Spiega l’urologo: “Durante questa manovra viene inserito un dito nell’ano e nell’ampolla rettale, previa lubrificazione con gel anestetico. 

In questo modo vengono valutati il canale anale, la prima parte del retto (per escludere la presenza di emorroidi, ragadi ed eventuali polipi) e la prostata. La prostata ‘appoggia’ infatti con la sua superficie posteriore, sulla superficie anteriore del retto. 

Questo è il modo più efficace per apprezzare le caratteristiche prostatiche

  • dimensione
  • forma
  • consistenza 
  • superfice
  • margini
  • presenza o meno di dolore. 

Acquisiamo informazioni importanti: se è aumentata di volume (IPB), se ci sono alterazioni di superficie e di consistenza (sospetto tumore) e se è dolorosa (prostatite). 

In caso di tumore, è possibile apprezzare un nodulo duro oppure margini irregolari e fissità sui tessuti (tumore avanzato). Un’esplorazione rettale normale d’altra parte non esclude un tumore. Ecco perché sarà poi la combinazione del valore di PSA (Antigene prostatico specifico nel sangue) e dell’esplorazione che farà decidere all’Urologo se richiedere ulteriori accertamenti. 

Ancora oggi l’ER consiste in uno degli atti preventivi più importanti per quanto riguarda la diagnosi del tumore prostatico


 

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