Il Morbo di Dupuytren: lo specialista risponde

PUBBLICATO IL 26 FEBBRAIO 2020

Il Morbo di Dupuytren è una patologia che provoca la flessione di una o più dita verso il palmo della mano.  Lo specialista spiega che cosa è importante sapere. 

La malattia di Dupuytren è una patologia della fascia palmare, ossia la struttura posta al di sotto della pelle, ma al di sopra del piano tendineo, vascolare e nervoso. Metaforicamente è la rete interposta tra il cemento e l’intonaco di una casa. 

La fascia palmare, per vari motivi, può ispessirsi generando dei noduli o addirittura ritirarsi determinando una retrazione del dito.

Il  Dott. Ignazio Marcoccio, specialista in Chirurgia della Mano e Microchirurgia dei Nervi dell’Istituto Clinico Città di Brescia, ci spiega di cosa si tratta: “Molto spesso i  pazienti affetti da questo disturbo credono che un dito non si estenda a causa di un tendine ma, in realtà, non è così: è la fascia palmare sovrastante che ritirandosi, e quindi retraendosi, determina una flessione progressiva del dito stesso”.

L’origine del nome 

Questa patologia prende il nome da Guillaume Dupuytren, un barone parigino che nel 1931, pur essendo urologo, descrisse per primo questa malattia dal momento che colpì il suo cocchiere. 

Un giorno, infatti, si ritrovò quest’ultimo sul tavolo autoptico e, da bravo anatomista qual era, ne studiò il caso. 

Si accorse presto che, nonostante il taglio dei tendini, le due dita colpite dalla malattia non si estendevano. Da qui capì che non era questione di tendini ma si trattava della struttura palmare della mano. 

Quali parti del corpo colpisce 

“Questa malattia - continua lo specialista - oltre alla localizzazione alla mano, si manifesta colpendo altri due distretti: 

  • la pianta del piede (malattia di Ledderhose) con l’interessamento della fascia plantare; 
  • il pene (malattia di Peyronie) che provoca, oltre ad una deviazione del pene stesso, anche la comparsa di noduli dolorosi durante l’erezione”.

Chi colpisce 

La malattia di Dupuytren prevale negli uomini più che nelle donne ed è pertinenza quasi esclusiva della razza bianca. 

“Colpisce tutte le fasce d’età - prosegue il Dott. Marcoccio -  ma l’incidenza maggiore si riscontra tra i 50 e i 70 anni.

I pazienti colpiti in età giovane manifestano una sintomatologia molto più aggressiva. 

Nel 65% dei casi questa patologia è bilaterale e le dita della mano maggiormente colpite, nel 70% dei casi, sono il quarto e il quinto dito.

Localizzazioni tra pollice e indice, invece, sono decisamente più rare sia pur invalidanti”. 

Che cosa lo determina 

Sono diversi i fattori che determinano la malattia di Dupuytren. 

Uno di questi è la familiarità che si riscontra statisticamente “Quando visitiamo per la prima volta un paziente - spiega  lo specialista - cerchiamo di ricostruirne la storia clinica, chiedendo se il genitore o il nonno erano affetti da questo disturbo”. 

Altri fattori determinanti nell’insorgenza di questa malattia oltre all’ereditarietà sono: 

  • traumi o microtraumi frequenti nel lavoratore manuale;
  • malattia infiammatoria cronica;
  • abuso di alcol che ne favorisce l’insorgenza e sembra peggiorarne il decorso.

L’assenza di dolore  

“Caratteristica fondamentale di questa patologia - spiega il dottore - è che non arreca dolore, può al massimo causare fastidio quando compare il nodulo o quando inizia la retrazione del dito, ma tutto finisce lì.

Se un paziente sente male, è opportuno cercare una causa alternativa, come ad esempio: tunnel carpale, dito a scatto o tendinite.

L’assenza di dolore è il motivo per il quale alcuni pazienti - spesso anziani - giungono in osservazione con gradi avanzati di Dupuytren ossia con un livello di retrazione avanzato (in alcuni casi con il 4° e 5° dito completamente flessi nel palmo)”. 

La maggior parte invece, fortunatamente, contatta prima il medico e ciò è principalmente dovuto  ’all’impaccio’ che il dito flesso causa durante le più comuni attività quotidiane, come il lavarsi il viso (il dito flesso colpisce l’occhio), infilare la mano in tasca o in un guanto". 

Per chi soffre di questa patologia è spesso indicato il trattamento chirurgico per un esito definitivo.

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