COVID-19: lo studio dell’Università Vita-Salute San Raffaele sui dati provinciali di mortalità
PUBBLICATO IL 24 APRILE 2020
Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università sui tassi di mortalità rileva una localizzazione e una ‘traiettoria’ dell’epidemia che collega le province del nord Italia. Piacenza, Bergamo, Lodi le più colpite.
Un nuovo studio dell’Università Vita-Salute San Raffaele sulla mortalità per COVID-19 evidenzia che le province più colpite dall’epidemia del nuovo virus sono state quelle di Piacenza, Bergamo, Lodi, seguite da Cremona, Brescia, Parma, Alessandria, Lecco, Sondrio e Aosta.
La ricerca, che ha analizzato i dati sui tassi di mortalità dei primi 55 giorni dell’epidemia dall’inizio al 17 aprile, ha permesso di mettere in luce lo sviluppo geografico dell’epidemia, che ha seguito una traiettoria ben definita nel nord Italia. A indicare che sulla diffusione del virus potrebbero aver influito anche le grandi vie di comunicazione e scambio.
Alcune delle province maggiormente toccate, infatti, si trovano sul percorso dell’autostrada A21 che unisce le principali province del Nord.
La traiettoria dell’epidemia individuata dallo studio
Lo studio dell’Università Vita-Salute San Raffaele ha permesso di evidenziare un aspetto locale che sfugge se si guardano i dati aggregati su base regionale.
"Questi dati danno un’immagine della dinamica epidemica che sfugge quando si analizzano i dati aggregati su base regionale – ha dichiarato il primo autore della ricerca, Carlo Signorelli, ordinario di Igiene presso l’Università Vita - Salute San Raffaele -.
L’epidemia non guarda ai confini amministrativi, ma piuttosto alle grandi vie di comunicazione e scambio. Le 12 province più colpite appartengono a 4 regioni diverse e ciò testimonia come la diffusione abbia seguito delle dinamiche che andranno meglio studiate e che cercheremo di approfondire.
La prossima fase del nostro studio comprenderà anche l’analisi dei dati complessivi di mortalità, non solo per le province, ma anche per comuni o distretti, per valutare i singoli focolai che probabilmente sono sfuggiti all’osservazione in un primo momento, nonché la quota di decessi non rilevati dal sistema di notifica COVID-19”.
I risultati della ricerca
Dall’analisi dei dati pubblicati dalla Protezione Civile e dai siti delle regioni, relativi alle province della Lombardia, dell’Emilia Romagna, del Piemonte e della Val d’Aosta, emerge che la provincia con il più alto tasso di mortalità cumulativa sia Piacenza (258,5 morti ogni 100.000 abitanti), seguita da Bergamo (255,9) e Lodi (247,8), cui seguono Cremona e Brescia. Tra le province del nord Italia segnate da più di 100 morti ogni 100.000 abitanti si trovano anche Parma, Alessandria, Lecco e Sondrio.
Lo studio, realizzato nell’ambito di un progetto europeo del programma Horizon 2020, è in via di pubblicazione sulla rivista ACTA BIOMEDICA.