L’importanza di un approccio nutrizionale a 360 gradi nel paziente ortopedico
PUBBLICATO IL 10 SETTEMBRE 2019
Negli ultimi 15 anni, i centri ortopedici hanno iniziato ad applicare un approccio multidisciplinare nella gestione del paziente sottoposto a chirurgia ortopedica di anca, ginocchio, e colonna. Tuttavia, ci sono ancora molte possibilità di implementazione dei concetti alla base del “recupero rapido” nei cosiddetti percorsi fast track.
“Una sfida nella cura del paziente ortopedico - spiega il dottor Matteo Briguglio, nutrizionista ricercatore all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi - risiede nel percorso che egli intraprende dall'ambulatorio del prericovero all'unità preoperatoria, dalla sala operatoria all'unità di terapia intensiva postoperatoria, sino alla struttura di riabilitazione. Per la prima volta in ambito ortopedico, un team del Galeazzi ha proposto un approccio nutrizionale olistico, che tiene conto di tutte le variabili nutrizionali in gioco dal periodo preoperatorio fino al periodo post dimissione. Questo studio ha esaminato lo stato attuale delle conoscenze in ambito nutrizionale e i relativi interventi in vari contesti ortopedici, concentrandosi principalmente su anca, ginocchio, e chirurgia della colonna. Marcatori ematici preoperatori per proteine, ferro, e metabolismo della vitamina D sono stati associati agli esiti clinici, e c’è l’evidenza necessaria per poter dire che il recupero postoperatorio può essere migliorato se si mangia bene e si integrano le carenze, ovviamente sempre dietro supporto del chirurgo ortopedico”. “I programmi per perdere peso prima dell’operazione - continua - sono estremamente utili, ma devono essere personalizzati in base alle condizioni e preferenze del paziente mediante una stretta collaborazione tra nutrizionisti, fisioterapisti e chirurghi. Un'ottimizzazione nutrizionale più specifica attraverso una dieta ad hoc può aiutare gli individui malnutriti o fragili a raggiungere il miglior fitness fisico e mentale possibile prima dell'intervento chirurgico. Il supporto nutrizionale dovrebbe evitare il digiuno perioperatorio, possibilmente utilizzando integratori specifici ed educando il paziente all’assunzione di cibo e liquidi. Qualsiasi supplemento dietetico deve essere studiato per possibili interazioni con i farmaci prescritti durante e dopo l'ospedalizzazione. La proposta è quella di programmare, studiare, applicare e introdurre definitivamente un programma di supporto nutrizionale perioperatorio che dovrebbe coinvolgere tutti i professionisti sanitari coinvolti nel team di nutrizione clinica, i quali dovrebbero essere adeguatamente formati per valutare e intervenire durante tutte le fasi del protocollo ERAS, conoscendo punti di forza e limiti di valori biochimici, del peso corporeo, della composizione corporea, degli strumenti di screening per la malnutrizione, delle misure basate sulla forza e degli integratori alimentari”. “Complessivamente - conclude Briguglio - questi risultati forniranno le prove necessarie per sviluppare un programma di supporto nutrizionale integrativo fattibile per i protocolli ERAS”.
Per la pubblicazione completa, cliccare il seguente link https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0985056219304595