Uno studio mostra gli effetti della stimolazione cerebrale sull’obesità

PUBBLICATO IL 22 MAGGIO 2018

Nel corso del meeting annuale della European Society of Endocrinology 2018 (Barcellona, 19-22 maggio), un gruppo di ricercatori dell'IRCCS Policlinico San Donato, guidato dal professor Livio Luzi, ha presentato i risultati di uno studio relativo a come la stimolazione cerebrale atta a modificare il proprio circuito di ricompensa (meccanismo di rinforzo di una determinata esperienza gratificante che ci spinge a ripeterla nel futuro) possa essere la nuova e promettente strategia di trattamento dell’obesità. 

La stimolazione magnetica transcranica profonda (deep transcranial magnetic stimulation - o dTMS) è un trattamento medico che utilizza l’energia magnetica per stimolare i neuroni all’interno di specifiche aree cerebrali. Viene utilizzata per il trattamento della depressione resistente, di alcuni tipi di emicrania e delle dipendenze patologiche e si è dimostrata una buona opzione terapeutica anche per ridurre il desiderio impellente di droghe e cibo, anche se finora i meccanismi con cui la stimolazione agisce sull’organismo non erano stati del tutto chiariti.

Nello studio dei medici ricercatori del Policlinico San Donato, sono stati analizzati gli effetti generati dalla stimolazione magnetica transcranica su appetito e senso di sazietà nei pazienti obesi, valutando i marcatori nel sangue potenzialmente associati con la ricompensa da cibo, dopo una singola sessione di stimolazione di trenta minuti, ad alta o a bassa frequenza. 

I dati raccolti hanno evidenziato che nei pazienti sottoposti a stimolazione ad alta frequenza aumentano significativamente i livelli ematici di beta endorfine, i neurotrasmettitori coinvolti nella produzione di un maggiore senso di soddisfazione dopo l’ingestione di cibo, sia rispetto ai pazienti sottoposti a stimolazione a bassa frequenza sia rispetto al gruppo di controllo, sottoposto a una stimolazione placebo. 

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