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Scienza e arte: continua la collaborazione tra l'IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio e la Scuola di Restauro di Botticino

PUBBLICATO IL 21 MARZO 2025

La diagnostica per immagini e il restauro artistico si incontrano nuovamente per valorizzare il patrimonio culturale italiano. Per il secondo anno consecutivo, la Scuola di Restauro di Botticino, in collaborazione con l'IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio, ha condotto un’indagine diagnostica avanzata su 4 opere d'arte, impiegando tecnologie di imaging medico per svelarne i segreti più nascosti.

L’équipe del prof. Luca Maria Sconfienza, Responsabile dell’U.O. di Radiologia Diagnostica e Interventistica dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, in collaborazione con gli studenti della Scuola di Restauro di Botticino, ha eseguito infatti tomografie assiali computerizzate (TAC) e RX con l’obiettivo di arricchire la conoscenza delle opere con nuovi dati utili a guidare un restauro ancora più preciso.

“Siamo, con grande piacere, nuovamente al servizio dei restauratori della Scuola di Botticino per agevolarli e supportarli nel loro prezioso lavoro di tutela del patrimonio artistico italiano - afferma il professor Luca Maria Sconfienza -. 

Questo impiego alternativo delle più avanzate tecnologie diagnostiche, disponibili presso il nostro Ospedale, è prezioso per indagare le peculiarità di ogni singola opera d’arte e svelare dettagli che, a occhio nudo, non sarebbero visibili. Infatti, TAC e RX ci permettono di avere una visione nitida e molto precisa dell’opera, in tutte le sue parti, ma, al contempo, senza compromettere o modificare la struttura del manufatto stesso”.

 

Le opere analizzate

Le 4 opere selezionate per le analisi diagnostiche presentavano caratteristiche diverse per composizione, stato di conservazione e materiali utilizzati. Tra queste, 2 sculture lignee di origine religiosa

  • il Cristo deposto, proveniente dalla Chiesa di San Bernardino alle Ossa di Milano;
  • la Maddalena, parte di un gruppo scultoreo ligure raffigurante la Deposizione o la Crocifissione.

Accanto a queste, sono state analizzate una cassetta birmana conservata al Museo Pime di Milano, e un trittico di tele d’arte contemporanea dell’artista Cesare Berlingeri, appartenente alla collezione del Museo MaGa di Gallarate. Quest’ultimo comprende i dipinti Piegare il giallo n°1 Piegare il nero n°2 Piegare il blu n°3, oggetto di tesi di laurea, insieme alla Maddalena, per gli studenti della Scuola di Restauro di Botticino.

 

La scienza a servizio dell’arte

L’impiego della diagnostica per immagini nel restauro assume un ruolo sempre più rilevante. Queste tecnologie consentono infatti di comprendere la composizione interna delle opere senza interventi invasivi, permettendo ai restauratori di lavorare con maggiore precisione e nel rispetto dell’autenticità dell’opera.

"Eseguire indagini diagnostiche avanzate sulle opere d'arte è un'opportunità straordinaria per i nostri studenti, che possono così coniugare competenze scientifiche e sensibilità artistica - sottolinea Salvatore Amura, AD di Valore Italia -.

Con questa operazione non solo abbiamo consolidato la collaborazione tra noi e l'IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio, ma abbiamo anche confermato il nostro impegno nell’innovazione applicata al restauro, approfondendo la conoscenza dei materiali e delle tecniche costruttive senza alcun intervento invasivo".

Cosa hanno rivelato gli esami diagnostici

Le TAC effettuate hanno rivelato dettagli sorprendenti. Per il Cristo deposto, gli esami hanno mostrato una stratificazione di diversi tipi di legno, con una struttura interna rinforzata da tasselli ed elementi metallici di supporto. 

La cassetta birmana, invece, ha evidenziato una rottura longitudinale fissata con graffe metalliche e chiodi.

Le analisi sul trittico di Cesare Berlingeri hanno confermato la presenza di una struttura interna a strati, ma con materiali di densità differenti. Saranno necessarie ulteriori indagini per comprendere meglio la natura di queste differenze. 

Infine, la radiografia della Maddalena ha mostrato che l’opera è costituita da più parti di legno assemblate con giunzioni e la copertura presenta un materiale più denso. Un’analisi successiva valuterà se le parti dorate siano effettivamente in foglia d’oro o si tratti di un pigmento differente. 

Questa collaborazione tra l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant'Ambrogio e la Scuola di Restauro di Botticino rappresenta quindi un perfetto connubio tra scienza e arte, dimostrando come l’innovazione tecnologica possa contribuire alla conservazione del patrimonio artistico.

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