Il "Blue Monday" e il rapporto con il tempo: come leggerlo e affrontarlo
PUBBLICATO IL 20 GENNAIO 2025
Ogni anno, con l’arrivo del terzo lunedì di gennaio, ricorre il cosiddetto ‘Blue Monday’, identificato come il giorno più triste dell’anno.
Sebbene le sue basi scientifiche siano fragili, il fenomeno si è radicato nel nostro immaginario collettivo, offrendo l’occasione per una riflessione più ampia sul rapporto contemporaneo tra le persone e il tempo. Ci ritroviamo costantemente a oscillare tra:
- il tempo pieno e denso delle nostre routine quotidiane;
- il tempo vuoto percepito durante i momenti di inattività e le pause.
Proprio all’interno di questa circolare tensione esistenziale si colloca il Blue Monday, come spiega il dott. Alberto Ricceri, psicologo psicoterapeuta e coordinatore del Servizio di Psicologia e Psicoterapia della Disease Unit per la cura e il trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare presso la Unità Operativa Riabilitazione Psichiatria Generale all’IRCCS Ospedale San Raffaele Turro.
Tra ‘tempo vuoto’ e ‘tempo pieno’: le transizioni emotive del tempo
“Le festività natalizie offrono un tempo sospeso, un’oasi di quiete lontana dalle pressioni quotidiane. Questo ‘tempo vuoto’ è caratterizzato da relazioni affettive e attività piacevoli, ma il ritorno alla routine lavorativa segna un passaggio brusco verso un ‘tempo pieno’, denso di impegni e responsabilità.
Tale transizione, spesso vissuta come disorientante, può generare:
- ansia
- frustrazione
- un senso di oppressione
Questo disagio si manifesta anche nel passaggio opposto: dall’attività frenetica della routine al vuoto della pausa. Sottraendosi ai ritmi strutturati e alla produttività quotidiana, l’individuo può percepire il tempo libero come una minaccia”, spiega il dott. Ricceri.
In entrambi i casi, si evidenzia la difficoltà di abitare il tempo in modo armonico.
La somatizzazione del disagio
Quando il tempo vuoto o pieno diventa insostenibile, il corpo interviene, somatizzando il disagio. Mal di testa, tensioni muscolari o insonnia sono manifestazioni frequenti, che fungono da tentativi inconsci di riempire il vuoto con un elemento tangibile.
Questo meccanismo evidenzia come la mente e il corpo collaborino per affrontare il conflitto tra vuoto e pieno.
Come affrontare il Blue Monday e le transizioni temporali
“Per navigare le sfide emotive legate al Blue Monday e alle transizioni temporali – prosegue -, è fondamentale adottare strategie che promuovano un equilibrio psicologico:
- accettare il vuoto: riconoscere il valore del tempo non strutturato come uno spazio di rigenerazione e possibilità;
- ridurre il pieno: eliminare il superfluo per creare un ritmo di vita più sostenibile;
- coltivare consapevolezza emotiva: pratiche come la Mindfulness aiutano a sviluppare un rapporto più autentico con il tempo;
- integrare attività gratificanti: introducendo momenti di piacere e relax nella routine, si bilancia la pressione della produttività;
- stabilire obiettivi realistici: suddividere le responsabilità in compiti gestibili aiuta a ridurre lo stress;
- curare il corpo: uno stile di vita sano è essenziale per affrontare le transizioni emotive e fisiche”.
Un nuovo rapporto con il tempo
La difficoltà di vivere serenamente il tempo riflette un problema più profondo: l’incapacità di integrare il fare e l’essere.
In una società orientata alla produttività, il vuoto è visto come una perdita, mentre il pieno è sinonimo di successo.
Tuttavia, come suggerisce Bauman (2000), la modernità liquida ci sfida a trovare un senso nel fluire costante delle esperienze, evitando di rimanere intrappolati in una delle 2 polarità.
“Il Blue Monday, più che un evento legato a un singolo giorno, rappresenta una lente attraverso cui osservare il rapporto tra l’uomo e il tempo - conclude Ricceri -.
Accrescere la consapevolezza di queste dinamiche e adottare strategie per affrontare le transizioni emotive non solo aiuta a ridurre il disagio, ma favorisce un incontro più autentico con sé stessi.
In ultima analisi, vivere il tempo non significa riempirlo o sfuggirlo, ma accoglierlo come un’opportunità di crescita e scoperta personale”.