Cos'è e come si riconosce l'utero retroverso
PUBBLICATO IL 17 OTTOBRE 2024
L’utero retroverso è una condizione anatomica che colpisce circa il 20% delle donne e la maggior parte ne vengono a conoscenza solo a seguito di visite ginecologiche o ecografie.
Facciamo chiarezza su questo tema con il dottor Andrea Sala, ginecologo specializzato in gravidanza, ecografia ostetrica, diagnosi prenatale non invasiva e in patologia ginecologica benigna presso Zucchi Wellness Clinic a Monza.
Grazie alla sua esperienza nel campo della salute femminile, il dott. Andrea Sala ci fornisce preziosi chiarimenti su cos’è l’utero retroverso, quali sono i sintomi associati e come questa condizione influisce su fertilità e gravidanza.
Che cos'è l'utero retroverso
“Partiamo con il definire cosa è l’utero. Ѐ un organo dell’apparato genitale femminile collocato nella pelvi, ovvero la parte bassa dell’addome, e ha una forma tipicamente a pera: la parte sottile dell’organo è definita ‘collo’, mentre quella più larga è il corpo dell’utero. Ha lo scopo di accogliere l'ovulo fecondato e consentirne lo sviluppo e, quando la gravidanza giunge al termine, di partorire il feto - indica il dott. Andrea Sala -.
Si ha l’utero retroverso quando il corpo dell’utero, anziché inclinarsi anteriormente verso la vescica, si piega all’indietro verso la colonna vertebrale e l’ultimo tratto intestinale.
Si stima che circa il 20% delle donne presenti questa variante anatomica, spesso congenita, anche se in alcuni casi può essere acquisita, quando la posizione dell’utero cambia nel tempo a causa di diversi fattori.
Le cause principali includono:
- endometriosi;
- parto o indebolimento dei muscoli pelvici;
- presenza di fibromi;
- malattie infiammatorie;
- interventi chirurgici”.
I sintomi dell’utero retroverso
Nonostante la sua frequenza, molte donne non sono consapevoli di avere l’utero retroverso perché, nella maggior parte dei casi, non provoca sintomi.
“Tuttavia, in rari casi, possono verificarsi:
- dolori mestruali più intensi (dismenorrea);
- dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia);
- difficoltà allo svuotamento vescicale;
- disturbi intestinali (difficoltà all’evacuazione).
Generalmente queste sintomatologie sono più frequenti se la condizione dell’utero retroverso è conseguente a una determinata patologia: ad esempio, un’infiammazione intestinale o l’endometriosi.
Per quanto riguarda la dispareunia, il dolore si manifesta tipicamente solo in determinate circostanze, ovvero in caso di penetrazione profonda che urta la cervice uterina” dichiara Sala.
Come avviene la diagnosi
“La diagnosi dell’utero retroverso è semplice e viene effettuata durante una visita ginecologica bimanuale, eventualmente supportata da un’ecografia transvaginale o transaddominale.
In presenza di sospette patologie come fibromi o endometriosi, l'ecografia pelvica è essenziale per determinare la presenza di ulteriori problematiche”.
Utero retroverso, fertilità e gravidanza
"Contrariamente a quanto si possa pensare, l’utero retroverso non rappresenta un ostacolo alla fertilità o al concepimento - chiarisce il dottor Sala -. Le donne con utero retroverso hanno le stesse probabilità di concepimento di chi ha un utero in posizione antiversa.
Solo in casi rari, dove la condizione è legata a patologie come endometriosi o fibromi, può esserci un impatto sulla fertilità e sul proseguimento fisiologico di una gravidanza”.
Durante la gravidanza, l’utero retroverso torna a essere antiverso spontaneamente intorno al terzo mese: con l’aumento del volume dell’utero, esso si allinea e si adatta alla crescita fetale.
Nelle prime settimane di gravidanza, invece, l’utero retroverso può causare sintomi come una sensazione di peso sull’intestino retto. In altri casi, può causare difficoltà allo svuotamento vescicale con ritenzione urinaria acuta. Tuttavia, man mano che l’utero aumenta di volume, questi sintomi scompaiono e l’utero tende a riassumere la posizione corretta.
Anche per quanto riguarda il parto, "la retroversione uterina non rappresenta un limite", aggiunge il dottore, confermando che la gravidanza procede in modo normale.
Anche la probabilità di aborto spontaneo è statisticamente simile sia nelle donne con utero retroverso sia in quelle con utero in posizione antiversa.
Utero retroverso e pancia gonfia: c'è una correlazione?
“Un altro aspetto che suscita domande è se l’utero retroverso possa essere responsabile di un gonfiore addominale. Nella maggior parte dei casi, questa condizione non causa gonfiore.
Tuttavia, in presenza di fibromi o endometriosi, può associarsi a sintomi come stipsi e gonfiore. Per questi motivi è consigliata una valutazione congiunta tra ginecologo e gastroenterologo per escludere altre patologie - specifica Sala -.
In sintesi, l’utero retroverso, pur essendo una variante comune, non dovrebbe destare preoccupazioni particolari. Nella maggior parte dei casi, non comporta sintomi e non influisce sulla fertilità o sulla gravidanza. Per le donne che presentano sintomi, è comunque importante affidarsi a un medico per una diagnosi accurata e per escludere eventuali patologie sottostanti” conclude lo specialista.