Cos’è il dismorfismo e come si cura
PUBBLICATO IL 17 OTTOBRE 2024
Se non si è mai soddisfatti della propria forma fisica e i difetti diventano una vera ossessione, se l’apparire perfetti è un pensiero costante, potremmo essere di fronte a un disturbo chiamato dismorfismo.
Affrontiamo l’argomento con il prof. Andrea Fossati, medico psicoterapeuta presso gli Ambulatori di Psicologia delll’Istituto di Cura Città di Pavia e preside della Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e la dott.ssa Antonella Somma, psicologa e psicoterapeuta presso l’Istituto di Cura Città di Pavia, nella medesima équipe del prof. Fossati.
Cosa significa dismorfismo e come si manifesta
Con il termine dismorfismo si fa riferimento a una condizione caratterizzata da una preoccupazione smodata per lievi difetti fisici, che in genere non vengono neppure colti dagli altri.
“Si tratta - spiegano gli specialisti - di un disturbo attualmente classificato all’interno del raggruppamento diagnostico dedicato al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Chi ne soffre concentra la sua attenzione su specifiche parti del volto o del corpo. Spesso i difetti, trascurabili all’occhio altrui, ma percepiti come vere e proprie deformità dalla persona, riguardano:
- le forme e le misure del corpo;
- le caratteristiche del proprio naso, degli occhi, delle palpebre, delle sopracciglia, ma anche orecchie, bocca, guance o diverse parti del corpo.
Alla preoccupazione persistente per il difetto si accompagnano comportamenti ripetitivi messi in atto al fine di ridurre l’ansia, come:
- guardarsi spesso allo specchio;
- chiedere agli altri eccessive rassicurazioni sul proprio aspetto fisico;
- fare uso improprio di cosmetici;
- mettere in atto comportamenti di evitamento sociale”.
Spesso chi presenta queste caratteristiche si rivolge al chirurgo plastico per interventi di chirurgia estetica che, purtroppo, si rivelano insoddisfacenti all’occhio della persona con dismorfismo, che percepisce la correzione come invariabilmente insufficiente.
Vigoressia: l’ossessione per il corpo scolpito
Una particolare forma di dismorfismo è rappresentata dalla vigoressia, anche detta dismorfia muscolare, caratterizzata dall’insoddisfazione per la propria costituzione corporea, percepita come troppo piccola, scarsamente muscolosa o poco definita.
“Anche in questo caso - specificano il prof. Fossati e la dott.ssa Somma - si tratta di una condizione che può portare a uno scadimento della qualità di vita della persona, che trascorre la maggior parte del suo tempo ad allenarsi, talvolta perdendo di vista impegni di studio, lavorativi e/o trascurando la propria vita sociale”.
Un ulteriore rischio della vigoressia è rappresentato dall’allenamento compulsivo, che non permette al soggetto di sentirsi mai soddisfatto e che comporta ulteriori rischi per la salute.
Tanoressia: se la tintarella diventa un must
Tra le condizioni che mettono al centro il rapporto con la propria immagine corporea compare anche la tanoressia. Con questo termine si fa riferimento a un comportamento problematico da eccessiva esposizione alle radiazioni ultraviolette legate alla luce del sole o prodotte da lampada abbronzanti, al fine di ottenere un'abbronzatura perfetta.
Anche in questo caso, il risultato raggiunto è sempre insoddisfacente e questo porta a una ricerca incessante dell’esposizione solare, con conseguenze tutt’altro che positive per la salute della pelle.
“Non è solo l’estate il momento in cui chi soffre di tanoressia dedica gran parte del proprio tempo e delle proprie energie all’abbronzatura: le lampade abbronzanti diventano compagne di vita irrinunciabili per chi manifesta queste caratteristiche” sottolineano gli specialisti.
Anche in questo caso, alle conseguenze per la salute fisica, si sommano le ricadute personali negative legate al trascurare impegni e affetti per dedicare tutto il proprio tempo libero alla tintarella.
Le cause del dismorfismo
Il prof. Fossati e la dott.ssa Somma ci spiegano che, come per gli altri disturbi mentali, all’origine di queste condizioni non si può rintracciare una singola causa. Si tratta, invece, di una molteplicità di fattori e concause che concorrono al generarsi di queste condizioni e che possono favorirne il mantenimento.
Le caratteristiche di personalità rivestono, per esempio, un ruolo: chi mostra una propensione a vivere con intensità e frequenza emozioni negative e legate al registro ansioso può avere una maggiore predisposizione a manifestare queste condizioni.
“Non devono essere trascurate nemmeno le condizioni di vita e gli eventi potenzialmente stressanti, che possono essere importanti fattori di innesco per la manifestazione di queste condizioni” ci tengono a sottolineare gli specialisti.
Anche le pressioni sociali, per esempio, legate alle immagini di irraggiungibile perfezione proposte, possono diventare veri e propri stereotipi che rischiano di intrappolare alcune persone in pensieri e comportamenti che impediscono alle persone di condurre una vita soddisfacente.
Come si cura il dismorfismo
Tutte le condizioni citate sono accomunate da una difficoltà di accesso alle cure: molto spesso chi manifesta queste caratteristiche non arriva direttamente all’attenzione dello specialista della salute mentale.
“Spesso - spiega il prof. Fossati - il primo contatto specialistico riguarda il chirurgo plastico o il dermatologo per il disturbo da dismorfismo, il nutrizionista o l’ortopedico per la vigoressia e il dermatologo per la tanoressia”.
I trattamenti psicologici e psicoterapeutici attualmente disponibili per queste condizioni sono molteplici e provvisti di prove di efficacia.
“Spesso – racconta la dott.ssa Somma - si utilizzano le terapie cognitivo-comportamentali, che si concentrano su tecniche efficaci per i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo e delle dipendenze comportamentali, favorendo la ripresa di controllo sulle manifestazioni problematiche da parte della persona”.