Cos'è la dismenorrea e che sintomi ha
PUBBLICATO IL 18 LUGLIO 2024
Con il termine dismenorrea, si indicano più genericamente tutti quei dolori associati al ciclo mestruale. La dismenorrea si differenzia dalle comuni sensazioni crampiformi, avvertite da molte donne nel corso della mestruazione, in quanto è una condizione di intensità tale da richiedere un inquadramento clinico specialistico.
Spesso, determina una limitazione allo svolgimento della normale attività quotidiana della paziente e quindi è causa di assenteismo nelle pazienti più giovani dalla scuola o, in quelle più adulte, dal lavoro.
Il dottor Matteo Schimberni, ginecologo presso l’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta dal Professor Massimo Candiani, spiega quali sono i sintomi, le cause e quali sono i trattamenti più efficaci conservativi e chirurgici.
Dismenorrea: chi colpisce
“Le donne che soffrono di questa condizione sono numerose e quelle particolarmente a rischio sono le adolescenti dove, in circa il 15% dei casi, si manifesta con sintomi severi - spiega il dr. Schimberni -.
Altri fattori di rischio sono:
- donne che hanno avuto il menarca (cioè il primo ciclo) in età particolarmente precoce (prima dei 10-11 anni);
- donne con mestruazioni particolarmente abbondanti (menorragie);
- donne con flussi irregolari;
- donne che non hanno mai avuto gravidanze.
In alcuni casi, la sintomatologia è facilmente controllabile con comuni antidolorifici, mentre in altri, questi non sono sufficienti a gestire la sintomatologia dolorosa e si tratta appunto di un problema estremamente debilitante”.
Dismenorrea primaria e secondaria: quali differenze
Per avere una panoramica più completa della dismenorrea, è necessario distinguere tra:
- dismenorrea primaria;
- dismenorrea secondaria.
La dismenorrea primaria
“La dismenorrea primaria - spiega lo specialista - è una condizione in cui le cause non sono ancora del tutto note, sembra avere una vera e propria genesi multifattoriale in cui un ruolo predominante potrebbe essere svolto dalle prostaglandine (mediatori flogistici), responsabili:
- dell’ipercontrattilità della parete uterina con riduzione del flusso ematico uterino;
- della conseguente sintomatologia dolorosa.
Solitamente, la dismenorrea primaria si manifesta intorno ai 6-12 mesi dopo il menarca.
La dismenorrea secondaria
Anche la dismenorrea secondaria presenta un meccanismo sottostante di cui possono essere responsabili le prostaglandine; tuttavia, in questi casi, è possibile identificare una vera e propria causa organica secondaria a una patologia sottostante. Cause comuni di dismenorrea secondaria possono essere:
- l’endometriosi pelvica, patologia caratterizzata dalla presenza di cellule endometriali (che normalmente si trovano all’interno della cavità uterina) al di fuori dell’utero, quindi in varie sedi all’interno della cavità addominale;
- l’adenomiosi, in cui le ghiandole endometriali si fanno strada dalla mucosa verso la parete muscolare dell’utero;
- le anomalie mulleriane congenite come, ad esempio, l’utero bicorne con corno non comunicante con la cervice o vagina doppia con emivagina non comunicante;
- la malattia pelvica infiammatoria cronica;
- i fibromi uterini, tumori benigni delle cellule muscolari lisce dell’utero;
- i polipi endometriali;
- il varicocele pelvico;
- l’utilizzo di dispositivi uterini (es. spirali);
- la stenosi del canale cervicale secondaria, per esempio, a un aborto settico o a chirurgia cervicale.”
I sintomi della dismenorrea
“La dismenorrea è caratterizzata da un dolore di tipo colico che interessa la parte inferiore dell’addome (pelvi), con momenti di maggior intensità e sofferenza in alternanza a momenti in cui il dolore invece si attenua - afferma lo specialista -. Alle volte questa sintomatologia si può estendere alla schiena, agli arti inferiori e può associarsi a:
- nausea;
- vomito;
- vertigini;
- sudorazione intensa;
- episodi diarroici.
La dismenorrea secondaria può verificarsi in qualsiasi momento dopo il menarca, generalmente a esordio più tardivo, e si può associare a sintomi come:
- irregolarità mestruale;
- ciclo particolarmente abbondante;
- dispareunia (dolore ai rapporti sessuali);
- disturbi urinari:
- disturbi dell’alvo;
- infertilità”.
Come si diagnostica la dismenorrea
Un’accurata anamnesi associata alla visita ginecologica con ecografia (per la valutazione di ovaie e utero) sono sufficienti per diagnosticare la causa sottostante.
Ulteriori importanti informazioni per la diagnosi della dismenorrea primaria sono:
- l’età di insorgenza;
- la localizzazione del dolore;
- la durata e le caratteristiche del dolore;
- i fattori che possono portare a un aggravamento del dolore o a un miglioramento della sintomatologia come, ad esempio, l’utilizzo dei contraccettivi ormonali o degli antidolorifici.
Quando anamnesi e visita non dovessero essere dirimenti, esistono ulteriori esami strumentali che possono fornire informazioni cliniche utili come la risonanza magnetica o l’isteroscopia, fino ad arrivare, nei casi in cui nessuno degli esami precedentemente elencati dovesse essere esaustivo o non dovesse esserci un buon controllo della sintomatologia con la terapia medica, alla laparoscopia diagnostica.
Trattamenti e rimedi
“Il trattamento della dismenorrea, sia primaria sia secondaria - dichiara il dott. Schimberni - , ha lo scopo di alleviare il dolore mestruale della paziente, andando quindi ad agire sulla causa sottostante. Sicuramente, gioca un ruolo importante la produzione delle prostaglandine e quindi l’utilizzo di inibitori delle prostaglandine come:
- FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei);
- i comuni antidolorifici, che sono efficaci in circa il 70% dei casi”.
Anche l’esercizio fisico o l’utilizzo di integratori a base di magnesio e vitamina B, da assumere la settimana prima del ciclo, possono essere dei validi aiuti nella gestione del dolore.
Se la dismenorrea continua a interferire con le normali attività quotidiane, è consigliabile l’utilizzo di farmaci ovarostatici, cioè che sopprimono l’ovulazione, al fine di ridurre al minimo il flusso mestruale con l’utilizzo di estroprogestinici a basso dosaggio (es. pillola anticoncezionale) o progestinici che, nel 65-70% dei casi, forniscono un netto miglioramento della sintomatologia.
Nei casi di dismenorrea secondaria in cui la terapia medica non è risolutiva nella gestione della sintomatologia, trova indicazione l’approccio chirurgico sulla patologia sottostante; generalmente, si tratta di interventi di chirurgia mininvasiva, per via laparoscopica o vaginale, e possono variare a seconda della patologia diagnosticata.
“Proprio perché le cause di dismenorrea primaria e secondaria sono molteplici, è importante rivolgersi presso un centro specializzato come il nostro Dipartimento di Ginecologia, diretto dal prof. Massimo Candiani, con ambulatori dedicati a ognuna delle patologie che possono essere causa di questa importante condizione (es. ambulatorio di anomalie mulleriane, endometriosi, patologia endouterina ecc.)” conclude il ginecologo.