Cos'è l'ulcera gastrica e come si cura

PUBBLICATO IL 09 DICEMBRE 2024

L’ulcera gastrica, nota anche come ulcera peptica, è una lesione aperta che si sviluppa sulla mucosa interna dello stomaco a causa dell’erosione del tessuto protettivo. 

Si manifesta con una sensazione di oppressione e di pesantezza allo stomaco, associata a gonfiore addominale che compare anche dopo l’assunzione di cibo. Se non trattata adeguatamente, l'ulcera gastrica può causare dolore e gravi complicazioni.

Ne parliamo con il dottor Francesco Vito Mandarino, gastroenterologo presso l’Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

 

I sintomi dell’ulcera gastrica

“Il sintomo principale dell'ulcera gastrica è un dolore bruciante o simile a un crampo nella parte superiore dell’addome – spiega il dott. Mandarino -. Questo dolore è spesso sordo e può essere descritto come una sensazione di pressione, vuoto o pesantezza allo stomaco. La sua intensità è variabile e compare tipicamente entro 45 minuti dopo un pasto, ma può peggiorare tra i pasti o durante la notte, quando lo stomaco è vuoto. 

Le persone affette da ulcera gastrica possono avvertire anche una sensazione di gonfiore e pienezza, anche dopo aver consumato piccole quantità di cibo. 

È comune provare nausea, che a volte può culminare in episodi di vomito, soprattutto in presenza di cibi irritanti. In alcuni casi, la difficoltà a mangiare normalmente a causa del dolore e della nausea può portare a una perdita di peso involontaria

Nei casi più gravi, l'ulcera può causare sanguinamenti, visibili sotto forma di vomito con tracce di sangue o feci scure e catramose”, avverte l'esperto. 

Questo è un segnale di allarme che richiede un intervento medico immediato. Riconoscere tempestivamente questi sintomi è fondamentale per evitare complicazioni più serie, come l'emorragia interna o la perforazione dello stomaco.

 

Le cause dell’ulcera gastrica 

“Le cause dell’ulcera gastrica sono complesse e spesso interconnesse, coinvolgendo diversi fattori che riducono la capacità della mucosa gastrica di resistere all’aggressione degli acidi e della pepsina - continua -. Sebbene la produzione di acido nei pazienti affetti da ulcera gastrica sia generalmente normale o lievemente inferiore alla media, il problema principale risiede nella riduzione della resistenza della mucosa. 

Di seguito sono elencati i principali agenti patogeni e fattori predisponenti:

  • infezione da Helicobacter pylori: l'Helicobacter pylori è presente nel 50-65% dei pazienti con ulcera gastrica. Questo batterio colonizza l’antro pilorico (la parte finale dello stomaco) e si localizza al di sotto dello strato di muco protettivo. L'infezione da Helicobacter pylori provoca una reazione infiammatoria locale, stimolando il sistema immunitario a reagire contro il tessuto mucoso stesso. La risposta infiammatoria indebolisce ulteriormente la mucosa gastrica, rendendola più suscettibile all’azione erosiva degli acidi gastrici, favorendo così la formazione di ulcere;
  • reflusso di bile dal duodeno allo stomaco: una delle condizioni maggiormente correlate all’ulcera gastrica è la gastrite cronica antrale, un’infiammazione persistente dell’antro pilorico. Questa situazione si verifica a causa del reflusso biliare dal duodeno allo stomaco. La bile, un acido debole, risalendo nel lume gastrico, entra in contatto con la mucosa e neutralizza la secrezione di bicarbonato, riducendo l’efficacia della barriera protettiva gastrica e predisponendo la mucosa all'erosione acida;
  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e corticosteroidi: l’uso prolungato di FANS, come ibuprofene e naprossene, è noto per i suoi effetti gastrolesivi. Questi farmaci riducono la produzione di prostaglandine, molecole che proteggono la mucosa gastrica. Di conseguenza, la barriera difensiva dello stomaco viene indebolita, aumentando il rischio di erosioni e ulcere. Anche i corticosteroidi, utilizzati per il trattamento di diverse patologie infiammatorie, possono causare danni alla mucosa, alterandone il flusso sanguigno e riducendo la produzione di bicarbonato;
  • alcol e dieta non equilibrata: il consumo eccessivo di alcol è un fattore di rischio per l'ulcera gastrica. L’alcol può ridurre il contenuto di bicarbonati nel muco, alterando il pH gastrico e irritando direttamente la mucosa. Sebbene non vi siano prove definitive che colleghino l'alcolismo a un'aumentata incidenza di ulcera, l'abuso di bevande alcoliche può peggiorare le condizioni di una mucosa già compromessa. Inoltre, una dieta povera di nutrienti essenziali e ricca di cibi irritanti può aggravare la situazione;
  • Sindrome di Zollinger-Ellison: è una rara condizione caratterizzata dalla presenza di gastrinomi, tumori che secernono gastrina in eccesso. La gastrina stimola la secrezione di acido gastrico a livelli molto elevati, superando la capacità difensiva della mucosa gastrica. Questo porta alla formazione di ulcere peptiche multiple, che possono essere particolarmente resistenti ai trattamenti standard”.

 

Diagnosi dell’ulcera gastrica 

La diagnosi dell'ulcera gastrica è fondamentale per un trattamento efficace e si basa su diverse metodologie. Il medico inizia con un'anamnesi dettagliata, raccogliendo informazioni sui sintomi, sulla storia clinica e sull'uso di farmaci. 

A seguire, la diagnosi viene eseguita tramite gastroscopia, un esame endoscopico fondamentale per visualizzare direttamente la mucosa gastrica e prelevare eventuali campioni bioptici. 

Inoltre, è possibile testare l'infezione da Helicobacter pylori attraverso il test del respiro o il test sierologico

Infine, esami radiologici e analisi del sangue possono fornire ulteriori informazioni sullo stato generale di salute del paziente e sull'eventuale presenza di complicanze.

 

Cure e trattamenti per l’ulcera gastrica

Il trattamento dell'ulcera gastrica varia a seconda della causa e della gravità della condizione. 

Se l'ulcera è causata dall'infezione da Helicobacter pylori, il protocollo standard prevede una terapia combinata di antibiotici, per eradicare il batterio, e inibitori della pompa protonica (PPI), ovvero i farmaci gastroprotettori, per ridurre la produzione di acido gastrico, creando così un ambiente favorevole alla guarigione della mucosa. A questa terapia possono essere associati antiacidi, per un sollievo immediato dei sintomi, e protettori della mucosa come il sucralfato, che formano una barriera protettiva sull'ulcera, proteggendola dall'acido e promuovendo la cicatrizzazione.

“Quando l'ulcera è dovuta all'uso prolungato di FANS, la strategia principale consiste nell'interrompere l'assunzione di questi farmaci o, se non possibile, ridurne al minimo l'uso - prosegue il dott. Mandarino -.

Se l'ulcera è associata al reflusso biliare dal duodeno allo stomaco, come nel caso della gastrite cronica antrale, il trattamento mira a gestire il reflusso e a proteggere la mucosa. Oltre ai PPI, possono essere utilizzati farmaci che migliorano il tono dello sfintere pilorico, per ridurre la risalita della bile, e protettori della mucosa per limitare l'irritazione causata dalla bile.

Per le ulcere causate dalla sindrome di Zollinger-Ellison, caratterizzata da una produzione eccessiva di acido gastrico dovuta a tumori secernenti gastrina, sono necessarie dosi elevate di inibitori della pompa protonica per controllare l'iperacidità. In alcuni casi, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere il tumore o ridurre la secrezione di gastrina.

Nei casi più gravi, in cui l'ulcera provoca complicazioni come emorragie, perforazioni o ostruzione, può essere necessario un intervento chirurgico”.

In tutti i casi, è essenziale seguire scrupolosamente le indicazioni del medico e completare il ciclo di terapia anche se i sintomi migliorano rapidamente. Ciò garantisce una guarigione completa, riduce il rischio di recidive e previene complicazioni future.

 

Alimentazione e ulcera gastrica: qualche consiglio utile

“L'alimentazione gioca un ruolo cruciale nella gestione e nella prevenzione delle ulcere gastriche – sottolinea lo specialista -. Seguire una dieta equilibrata e attenta può aiutare a ridurre i sintomi e a promuovere la guarigione della mucosa gastrica. 

È importante evitare cibi che stimolano eccessivamente la produzione di acido gastrico, come caffè, tè, cioccolato, cibi piccanti, agrumi e pomodori, in quanto possono aumentare l'irritazione della mucosa già infiammata. Anche le bevande alcoliche e le bibite gassate devono essere limitate, poiché possono irritare ulteriormente lo stomaco e interferire con il processo di guarigione.

D'altra parte, è consigliabile consumare alimenti che proteggono la mucosa gastrica e favoriscono la riparazione dei tessuti danneggiati. Verdure cotte, cereali integrali, carni magre e pesce sono scelte ottimali, in quanto sono facilmente digeribili e apportano nutrienti essenziali senza stimolare eccessivamente la produzione di acido. Anche i latticini, se ben tollerati, possono avere un effetto calmante sulla mucosa, tamponando temporaneamente l'acidità dello stomaco. 

Inoltre, alimenti ricchi di fibre solubili, come avena, mele e carote, possono contribuire a proteggere la mucosa formando una barriera naturale contro l'azione degli acidi.

È consigliabile fare pasti piccoli e frequenti per evitare di sovraccaricare lo stomaco e ridurre la produzione di acido. Saltare i pasti o consumare porzioni abbondanti può, infatti, provocare un aumento della secrezione acida e peggiorare i sintomi. È utile masticare lentamente e mangiare in un ambiente rilassato per facilitare la digestione.

Infine, smettere di fumare e ridurre lo stress sono misure complementari, ma essenziali per prevenire l'aggravarsi dell'ulcera gastrica – conclude Mandarino -. Lo stress può influire negativamente sulla digestione e stimolare la produzione di acido gastrico, mentre il fumo riduce il flusso sanguigno alla mucosa gastrica, ostacolando la guarigione e aumentando il rischio di recidive. 

Mantenere un adeguato equilibrio tra dieta, abitudini di vita sane e gestione dello stress è fondamentale per migliorare la qualità della vita e prevenire le complicazioni associate alle ulcere gastriche”.

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