Nuovo Studio del San Raffaele sulla colite ulcerosa: il ruolo del fattore HBx

PUBBLICATO IL 20 FEBBRAIO 2023

È stato pubblicato su Gut un nuovo Studio, frutto della sinergica collaborazione tra le Unità di Gastroenterologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e di Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, sotto la guida del Prof. Silvio Danese, della dott.ssa Federica Ungaro, del dott. Orazio Palmieri e della dott.ssa Anna Latiano, che spiega il ruolo del fattore specifico HBx e mette le basi per nuovi trattamenti mirati e personalizzati per pazienti affetti da colite ulcerosa.

 

La colite ulcerosa: cos’è e da cosa è causata

La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale, la cui causa è ancora ignota. Nonostante i molteplici trattamenti a loro disposizione, molti pazienti non rispondono alle terapie, affrontando quotidianamente sintomi che abbassano notevolmente la loro qualità della vita.

Benché il suo ruolo nelle prime fasi della malattia non sia ancora del tutto compreso, è però ormai noto che l’alterazione della flora intestinale contribuisca allo sviluppo della colite ulcerosa.

 

Il ruolo del viroma intestinale

Nello studio pubblicato nella prestigiosa rivista GUT, il gruppo di ricercatori dei 2 Centri ha dimostrato che il fattore specifico HBx, prodotto dalla flora intestinale dalla classe degli Orthohepadnavirus, è coinvolto nella patologia sin dalle sue fasi iniziali.

Il nuovo lavoro, infatti, mette in evidenza come il fattore specifico HBx sia presente in circa il 40% dei pazienti, danneggiando le pareti dell’intestino a causa dell’alterazione dell’equilibrio fisiologico della mucosa, causando la perpetuazione dell'infiammazione intestinale in modelli sperimentali.

In maniera sorprendente, i ricercatori hanno evidenziato come, ‘spegnendo’ HBx attraverso un inibitore sintetico, si possa indurre una pronta regressione dell’infiammazione nell’intestino in modelli animali.

Questi dati aggiungono un pezzo al complesso puzzle dell’insorgenza della colite ulcerosa e permettono di pensare allo sviluppo di terapie personalizzate per i pazienti che presentano questa proteina nell’intestino, verosimilmente causa della loro malattia.

 

Gli scenari futuri

Il team di ricercatori è già all’opera per testare questi promettenti inibitori specifici con la speranza di renderli disponibili quanto prima. 

La proficua collaborazione dei gruppi di lavoro in campo clinico e di ricerca sulle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, a breve, darà inizio ad uno studio collaborativo nell’ambito del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) in cui si utilizzeranno i più moderni approcci tecnologici per meglio comprendere il coinvolgimento dei fattori ambientali e del microbiota, nella progressione della colite ulcerosa.

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