A che età cadono (o dovrebbero cadere) i denti da latte?

PUBBLICATO IL 13 APRILE 2023

Quando cadono i denti da latte nei bambini? Il passaggio dalla dentizione provvisoria alla dentizione definitiva viene chiamata eruzione dentaria. “Per caduta dei denti da latte (a livello scientifico denti decidui) si intende la caduta dei denti non permanenti (sia la corona, sia la radice), ovvero la caduta dei denti provvisori – spiega l’odontoiatra -: si tratta di un processo fisiologico e indolore che inizia tra i 5 anni e mezzo e 6 e terminerà a 12 anni. Il segno distintivo di questo processo è il movimento, ovvero quando il piccolo paziente riferisce che ‘il dente dondola’”. 

Ne parliamo con l’esperta di Smart Dental Clinic, la Dott.ssa Livia Caccone, odontoiatra che si occupa della pedodonzia, ovvero delle cure del cavo orale e dei denti dei bambini.
 

I denti da latte: quanti sono e perché cadono

“I denti da latte compaiono tra il 6° e l’8° mese di vita del bambino e vanno a formare la dentizione provvisoria (20 denti); questa si completa entro i 2 anni di età o comunque entro i 26 mesi, con una variabilità da bambino a bambino di 6 mesi (circa)”.

Sono suddivisi in 10 dentini per ciascuna arcata, superiore e inferiore, come segue: 

  • 2 incisivi centrali;
  • 2 incisivi laterali;
  • 2 canini;
  • 2 premolaretti;
  • 2 secondi molaretti.

“I denti da latte cadono perché questa caduta fa parte di un processo di crescita ed evoluzione naturale. Evolve la bocca ed evolve il viso del bambino che via via si modificherà e diventerà più voluminoso, assumendo così le fattezze, per dimensione e forma, di un viso di un ragazzo preadolescente (dagli 11 ai 14 anni si parla di preadolescenza), poi adolescente (l’adolescenza è la fase che inizia a circa 15 anni e si conclude tra i 18 e i 20 anni di età) e infine adulto dai 20-21 anni di età”.

 

A che età cade il primo dente? 

“Statisticamente, il primo dente da latte cade a 5 anni e mezzo o 6 anni di età e si tratta dell’incisivo centrale inferiore. Da lì in poi cadono a cascata tutti gli altri: il secondo a cadere solitamente è l’altro incisivo inferiore e poi gli altri dentini”, spiega l’odontoiatra. 

 

Lo schema della caduta dei denti da latte

“Premettendo che l’eruzione e caduta dei denti da latte e loro sostituzione con la dentizione permanente è individuale ed è influenzata da diversi fattori di accrescimento e che ci sono sempre delle eccezioni alla regola generale, possiamo affermare che esistono delle ricorrenze e quindi un modello uguale non per tutti, ma per quasi tutti.  Nella maggior parte della popolazione mondiale lo schema di eruzione e caduta dei denti (permuta) è simile.

La descrizione dell’ordine con il quale cadono i denti decidui o calendario della caduta dei denti da latte è il seguente:

  1. a 6 anni cadono gli incisivi centrali inferiori ed erompono i primi molari superiori;
  2. a 7 anni, gli incisivi centrali superiori ed erompono i primi molari inferiori;
  3. a 8 anni, gli incisivi laterali, prima superiori e poi inferiori;
  4. tra i 10 e i 12 anni cadono i canini, i primi e i secondi molaretti da latte che verranno sostituiti dai canini definitivi e dai primi e secondi premolari, con una sequenza differente a seconda dell’arcata;
  5. a 12 anni, compaiono i secondi molari definitivi;
  6. tra i 18 e i 21 anni i terzi molari o denti del giudizio.

Il motivo per il quale alcuni denti (i molaretti, i secondi molaretti e i canini) cadono dopo rispetto agli incisivi centrali è sostanzialmente legato al fattore tempo e al tipo di radice che questi denti hanno e all'usura di queste radici. Ogni dente prima di essere un dente visibile è stato, infatti, una piccola gemma di pochi millimetri posta in profondità nell’osso e nella sua evoluzione e sviluppo a dente vero e proprio (formato da corona e radice) segue dei tempi e dei tragitti: “La formazione delle gemme dei denti permanenti dei canini -  spiega l’esperta - avviene più in profondità rispetto ai denti incisivi; quindi, il tragitto che queste gemme dovranno fare per erompere sarà più lungo rispetto a quello degli incisivi permanenti”.

Il percorso di permuta 

Lo schema o percorso di permuta dei denti prevede anche un momento di pausa ed è così suddiviso:

  • prima fase di permuta: tra 6-8 anni di età;
  • fase di transizione o pausa: tra 8-10 anni di età;
  • seconda fase di permuta: tra 10-12 anni di età.

La fase di pausa tra le 2 permute, di transizione, è quel periodo intermedio nel quale non vi è né caduta, né sostituzione di denti; si tratta di un passaggio fondamentale per il corretto sviluppo dei futuri denti permanenti/definitivi.

 

I denti definitivi

La dentizione permanente, che accompagnerà la persona fino alla vecchiaia, si completa con l’eruzione e la maturazione della radice del dente del giudizio ed è composta da 32 denti; in alcuni casi è composta da 28, 29 o 30 elementi dentari qualora i 4 denti del giudizio non fossero presenti o lo fossero solo in parte.

Le differenze tra denti da latte e denti definitivi

“Denti da latte e denti permanenti differiscono in quasi tutto: numero, dimensione, forma e colore - spiega la dottoressa Caccone -.  

Un’altra caratteristica che li distingue è che i denti da latte sono denti ‘più morbidi’ rispetto ai denti definitivi, cioè meno duri e resistenti: per questo motivo si usurano più facilmente e, se vengono meno a una alimentazione corretta e a una adeguata pulizia (igiene dentale), sono più facilmente attaccabili da carie o traumi rispetto ai denti permanenti/definitivi, i quali risultano avere una corona più robusta perché è presente uno spessore di smalto dentale maggiore”.
 

I fattori che influenzano la caduta precoce o ritardata dei denti da latte

“Un fattore che può influenzare il ritardo nella caduta dei denti da latte o, più raramente, la caduta precoce è la variabilità legata al sesso del paziente: le femmine rispettano maggiormente lo schema di permuta dei denti da latte e nella eruzione dei denti permanenti, così come per altri aspetti dello sviluppo complessivo. Si è osservato come le bambine siano precoci o in regola rispetto ai modelli statistici attesi di previsione della progressione ed eruzione dei denti, mentre nei bambini si possono osservare dei ritardi (anche di 6 mesi o un paio di anni) nello sviluppo in generale e quindi anche nella dentizione. Questo accade perché l’età anagrafica può non corrispondere all’età biologica dentale del bambino. 

Ogni piccolo paziente ha il suo sviluppo. Per fare un esempio comprensibile a tutti i genitori e gli educatori, un bambino di 12 anni di età (età anagrafica) alla visita medica può presentare un cavo orale e una dentizione da bambino di 8 o 10 anni di età (età biologica dentale): in questo caso – spiega l’odontoiatra – il suo sviluppo è lievemente rallentato, ma questo non deve preoccupare in alcun modo i genitori o dare loro ansia. Il medico saprà indirizzare e consigliare i genitori caso per caso”.

 

Denti da latte che non cadono: quando preoccuparsi

“È un evento piuttosto frequente - spiega la specialista -; in alcuni bambini si possono notare i denti in doppia fila (ovvero i denti definitivi spuntano dietro ai denti da latte) e di solito questo riguarda gli incisivi inferiori. In questi casi l’odontoiatra valuterà il grado di mobilità del dente e deciderà se sia necessario estrarlo o se, essendo abbastanza mobile, cadrà nel giro di poco tempo e la forza esercitata dalla lingua porterà gli incisivi inferiori definitivi nella giusta posizione. 

Se però notiamo che il periodo si allunga notevolmente e che i denti da latte non si muovono, sarebbe bene indagare più in profondità perché le cause potrebbero essere diverse: 

  1. presenza di un dente sovrannumerario, ovvero un dente in più rispetto al normale, che ostacola da una parte la caduta del dente da latte e dall’altra l’eruzione del dente permanente e quindi si ha un ritardo nella permuta. In questo caso si valuterà attraverso una visita e una lastra quale sia l’approccio migliore;
  2. agenesia, cioè mancanza di 1 o più denti definitivi. Si tratta di un quadro spesso genetico. I denti che più di frequente sono coinvolti sono gli incisivi laterali e i premolari. In questi casi i denti da latte corrispondenti possono rimanere al loro posto anche per molti anni e bisognerà controllarli e mantenerli sani”. 

 

Estrazione di un dente da latte in età adulta

Se l’adulto ha un dente da latte deve estrarlo o può lasciarlo in bocca? La risposta è: dipende.

Va valutato il singolo caso, se il dente da latte è stabile non c’è motivo per doverlo estrarre; se viceversa quel dente presenta una lesione per cui non è più recuperabile o segni di grave mobilità in quel caso va valutata la sua estrazione quando nessun’altra terapia conservativa è valida. Sarà l’odontoiatra a valutare in base al singolo caso se serve procedere all’estrazione o meno”.

 

La caduta precoce dei denti da latte

I denti da latte possono cadere troppo presto a causa di traumi, infezioni oppure per carie

“Se i denti da latte cadono troppo presto, cioè quando non è ancora pronto il dente permanente sottostante, lo spazio lasciato potrebbe ridursi o quasi annullarsi causando successivamente l’affollamento dei denti permanenti erotti. 

Per questo – sottolinea l’esperta – è necessario valutare la realizzazione di apparecchi ortodontici chiamati mantenitori di spazio che ci aiutino a mantenere stabile lo spazio fino alla comparsa nella bocca dei futuri denti definitivi”.

 

Dente da latte caduto senza radice

“Qualora la radice del dente da latte non fosse caduta con la sua corona, per quanto essa sia sottile e poco profonda, andrà comunque estratta dalla gengiva durante una breve e indolore seduta dal dentista. L’estrazione di residui radicolari (estrazione di radice) va sempre fatta, perché la radice che spunta dalla gengiva oltre a procurare piccole ferite sulla lingua, molto fastidiose per un bambino, possono anche essere la causa di una infiammazione della gengiva: questo soprattutto se si tratta di un dente cariato che si è spezzato o se la rottura è l’esito di un trauma/incidente che ha fatto spezzare il dente e lo ha reso tagliente o fastidioso - afferma l’esperta -. 

Per non far sentire dolore al bambino prima dell'estrazione della radice o di ciò che è rimasto di essa e/o del dentino spezzato, l’odontoiatra sottoporrà il piccolo paziente a una anestesia superficiale a base di anestetici topici per uso orale, quali lidocaina spray o lidocaina in crema. Se la radice è invece molto lunga, e quindi posta in profondità nell’osso, sarà necessario prima fare l’anestesia superficiale e dopo eseguire l’anestesia tradizionale con l’iniezione di anestetico in 1 o 2 punti della bocca”, conclude la dottoressa Caccone.

 

A quale età la prima visita dal dentista per bambini 

Il primo incontro tra bambini e dentista dovrebbe avvenire tra i 4 e i 5 anni di età, a prescindere dal fatto che il bimbo abbia o non abbia visto spuntare il primo dentino o abbia carie infantili o problematiche legate ai denti da latte. 

 

Come accedere al servizio

La prima visita con l’odontoiatra pediatrico sarà prescritta dal pediatra con ricetta SSN rossa se la prima visita viene prenotata in una struttura ospedaliera pubblica o privata convenzionata con il SSN, mentre se la prima visita viene fatta in studi privati (quindi non convenzionati con il SSN) non si effettuerà la ricetta rossa. In caso di visite presso ospedali o cliniche convenzionate con il SSN sulla ricetta rossa il pediatra inserirà il codice esenzione per i bambini, se previsto a livello nazionale o regionale. In Italia con la definizione ‘bambini’ si intende la fascia di età di minori compresa tra 0 e (fino a) 14 anni. 

Per esempio, in Lombardia sono a carico della Regione (senza costi per le famiglie) entro i 14 anni di età le visite periodiche per la prevenzione e cura dei bambini iscritti al Servizio sanitario nazionale regionale, a prescindere dal reddito del nucleo familiare di origine: questa categoria di minori è esente dal pagamento dei ticket sanitari godendo di una esenzione specifica per i bambini (E11). 

Cura e Prevenzione