Il gattonamento, una conquista importante
PUBBLICATO IL 24 GIUGNO 2021
Quanto è importante gattonare per lo sviluppo del bambino? Parola alla psicomotricista.
Quella del gattonamento è una fase dello sviluppo motorio del bambino che noi “bipedi” diamo per scontata, ma che in realtà possiede innumerevoli valenze per la crescita del bambino.
In collaborazione con La Zucca Felice, ne parliamo con Silvia Iaccarino, formatrice e psicomotricista.
A quanti mesi si gattona e quali sono i benefici
Il gattonamento è un traguardo che viene raggiunto generalmente tra i 6 e i 10 mesi e i benefici sono tantissimi! A livello fisico, infatti, favorisce:
- lo sviluppo grosso motorio;
- la motricità fine;
- l'equilibrio;
- la coordinazione oculo-manuale;
- rinforza il tono corporeo e la muscolatura, in particolare quella dorsale;
- facilita la successiva deambulazione e il corretto assetto posturale, risultando utile in futuro, quando il bambino imparerà a leggere e scrivere.
Gattonare, inoltre, rinforza la vista, perché questa postura:
- sostiene la visione binoculare, incoraggiando gli occhi a lavorare insieme;
- favorisce la visione bifocale, per cui il bambino impara via via sempre meglio a mettere a fuoco oggetti vicini e lontani.
Grazie al gattonamento il bambino riesce a mappare il territorio e questo gli consente di avere una più chiara percezione dello spazio intorno a sé, del movimento e della posizione del proprio corpo nello spazio, rinforzando così la propriocezione.
Muoversi per raggiungere gli oggetti nello spazio, tra l’altro, porta il bambino ad impegnarsi nel superamento degli ostacoli, capacità che rinforzerà non solo le sue abilità motorie ma anche, metaforicamente, le sue abilità nel problem solving.
Gattonare, inoltre, favorisce lo sviluppo dello schema crociato (il braccio destro si muove in sincronia con la gamba sinistra e viceversa) e la coordinazione.
Benefici non solo fisici
Oltre ai vantaggi sul piano dello sviluppo fisico, il gattonamento sostiene anche lo sviluppo mentale, favorendo la comunicazione tra i due emisferi cerebrali e consentendo così al cervello di lavorare al meglio, in modo integrato.
Inoltre, come accade un po’ per tutti i passaggi importanti di crescita, attraverso il gattonamento il bambino acquisisce potere su di sé, sul proprio corpo, rispetto allo spazio ed agli altri:
- può finalmente spostarsi in modo autonomo con una maggiore velocità ed economia rispetto al rotolamento ed allo strisciare.
- può avvicinarsi o allontanarsi dalle figure di riferimento importanti, gettando le basi per la sua autonomia, non solo motoria ma anche emotiva.
- può decidere la velocità della propria andatura e quale obiettivo raggiungere, godendo del risultato.
Questo ha un impatto positivo sulla sua autostima e sul suo senso di auto-efficacia, aiutandolo a sperimentarsi come io-agente, in grado di modificare il mondo circostante e permettendogli di costruire un saldo senso di sé, innanzitutto corporeo, base di una solida fiducia in se stesso.
Infatti, il nostro Sé corporeo rappresenta le fondamenta della nostra simbolica ‘casa’ personale. Quando è solido, tutto il resto del palazzo si costruisce bene e ci fornisce un senso di padronanza e di fiducia che più difficilmente sviluppiamo se non sperimentiamo una quota sufficiente di movimento fin da molto piccoli.
In questo senso, non solo il gattonamento è importante ma lo sono tutte le attività motorie in generale e, nello specifico, il gioco sensomotorio, gioco attraverso il quale il bambino arriva a sentirsi autonomo e indipendente e acquisisce la consapevolezza di essere un corpo intero e integro.
Come possiamo noi adulti accompagnare il bambino?
Se il nostro bambino gattona, ha bisogno di vestiti comodi, di potersi muovere in libertà, spazi e ambienti adeguati, possibili dislivelli, opportunità di fare le scale.
Inoltre, non dovremmo forzarlo a superare velocemente questa tappa a favore della deambulazione: è davvero importante rispettare i modi, i tempi e i ritmi del bambino nella costruzione del proprio movimento e di conseguenza del proprio Sé.