Naso chiuso: quali sono gli esami da fare?

PUBBLICATO IL 06 FEBBRAIO 2020

Il naso chiuso sempre può essere provocato da diverse cause. Lo specialista ci spiega quali esami fare per scoprire e curare l’origine.

Naso chiuso senza raffreddore è un disturbo che può essere provocato da diversi fattori. Si tratta di un sintomo frequente, il Dott. Johnny Cappiello, Responsabile dell’U.O. di Otorinolaringoiatria dell’Istituto Clinico S. Anna di Brescia, ci spiega di cosa si tratta e quali sono gli esami diagnostica da fare per scoprirne la causa.

I sintomi a cui prestare attenzione

“Il paziente - ci spiega il Dott. Cappiello - può riferire una sintomatologia intermittente, persistente, uni o bilaterale.

I segni caratteristici di questo disturbo sono:

  • starnuti
  • cefalea
  • abbondante secrezione nasale (rinorrea)
  • diminuzione (iposmia) o totale assenza dell’olfatto (anosmia).

Di per sé la sintomatologia clinica riferita dal paziente può già indirizzare il medico ad un orientamento diagnostico oppure all’esecuzione di approfondimenti di II livello”.

Le cause e i diversi tipi

Il naso chiuso può avere origini diverse, ma determina sempre una qualità di vita peggiore in quanto influenza il riposo notturno e le attività diurne.

La maggior parte delle patologie nasali causanti “naso chiuso” posso essere suddivise in:

  • riniti allergiche
  • riniti non allergiche
  • riniti infettive.

Queste categorie non si escludono a vicenda ma, a volte, possono essere presenti in contemporanea.

Gli esami utili alla diagnosi

Rinoscopia anteriore con luce frontale

“Il primo step da eseguire in un paziente con ostruzione nasale - spiega lo specialista - è la rinoscopia anteriore con luce frontale.

Questo esame mostra la parte anteriore delle fosse nasali e, pertanto, può già evidenziare la presenza di:

  • una importante deviazione della cartilagine settale
  • la presenza di poliposi ostruente
  • turbinati inferiori ipertrofici
  • presenza di tessuto patologico”.

Valutazione endoscopica

La rinoscopia anteriore, tuttavia, pur essendo utile, risulta non sufficiente oggi: “Il vero salto qualitativo – continua lo specialista - lo ha fornito l’utilizzo di endoscopi sia a fibra ottica flessibile, sia rigida con varie angolazioni.

Questi strumenti hanno permesso di studiare le cavità nasali in maniera dettagliata e di osservare:

  • il meato medio (dove circa il 70% dell’aria respirata fluisce)
  • la tipologia e dimensione del turbinato medio
  • le aperture coanali
  • il rinofaringe sede delle adenoidi, che nei bambini sono la maggior causa di ostruzione nasale.

La valutazione endoscopica può risultare utilissima anche in situazione di normalità e dopo accurata decongestione nasale (per esempio con l’inserimento di piccoli cotoni nasali imbevuti di decongestionanti nasali) per valutare la funzionalità dei turbinati inferiori.

L’esame obiettivo – conclude il dottore -, in ogni caso, può darci solo informazioni di tipo anatomico ostruttivo che non escludono, però, la presenza di patologie della mucosa nasale per cui è opportuno sottoporsi ad eventuali ed ulteriori approfondimenti diagnostici”.

 

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