La sfida del tumore al pancreas

PUBBLICATO IL 20 NOVEMBRE 2019

Ogni anno in Italia circa 13.500 persone si ammalano di tumore al pancreas. Sebbene abbia un’incidenza relativamente bassa (appena il 3% di tutti i tumori maligni), la patologia rappresenta la quarta causa di morte per tumore in Italia: la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi – che spesso arriva troppo tardi, quando il tumore è già metastatico – è di appena nove persone su cento. Ecco perché è fondamentale sostenere la ricerca per migliorare gli approcci terapeutici e affidarsi a centri ad alto volume ed esperienza, in cui opera un’equipe multidisciplinare in grado di offrire le migliori cure disponibili, come il Pancreas Center dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, un centro clinico e di ricerca sulle patologie del pancreas, diretto dal professor Massimo Falconi.

In concomitanza con la Giornata Mondiale del Tumore al Pancreas, il 22 e 23 novembre, il Centro ha organizzato presso il San Raffaele la quinta edizione di Quality and Innovation in Pancreatic Disorders, un convegno patrocinato dal Ministero della Salute dove si farà il punto sui prossimi scenari nella lotta a questa patologia: dal miglioramento dei protocolli chemioterapici fino alla gestione multidisciplinare del paziente e alla necessità di porre nuove linee di indirizzo regionale per garantire la qualità delle cure.

I nuovi protocolli chemioterapici

La chemioterapia costituisce, insieme alla chirurgia, la principale arma per combattere il tumore al pancreas. Sebbene i protocolli chemioterapici disponibili siano ancora di numero limitato, la ricerca inizia a dare i suoi frutti. Recenti studi clinici indipendenti condotti dal gruppo di Michele Reni, direttore del Programma Strategico di Coordinamento Clinico presso il Pancreas Center dell’Ospedale San Raffaele di Milano, hanno infatti dimostrato l’efficacia di una nuova combinazione di 4 farmaci chiamata PAXG.

La nuova formula, che raddoppia la sopravvivenza a due anni dalla diagnosi, è stata approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco a giugno di quest’anno”, spiega Michele Reni. “Ci auguriamo che l’autorizzazione venga pubblicata al più presto sulla Gazzetta Ufficiale, così che il nuovo protocollo possa entrare finalmente nella pratica clinica”.

Il ruolo della chirurgia e l’importanza dell’approccio multidisciplinare

L’intervento chirurgico svolge un ruolo chiave nel percorso terapeutico del tumore al pancreas, ma può anche risultare dannoso se effettuato in un ospedale non adeguato. In Italia ci sono più di 300 ospedali (il 77% delle strutture che eseguono questo tipo di interventi) che realizzano in media solo 3 operazioni all’anno. Un così ridotto numero di interventi è un campanello di allarme considerato che si tratta di una della procedure più complesse di tutta la chirurgia addominale.

Se l’ospedale e i suoi chirurghi non hanno la giusta esperienza il paziente può ricevere un trattamento inadeguato. Il risultato è evidente se si guarda alla mortalità operatoria, che in questi centri minori è 3 volte più alta che nei centri specializzati e ad alto volume”, spiega Gianpaolo Balzano, Responsabile dell’Unità Funzionale di Chirurgia Pancreatica presso il Pancreas Center dell’Ospedale San Raffaele.

Prediligere i centri ad alta specializzazione, che trattano un grande numero di pazienti, non è solo importante per ridurre il rischio di errori e di complicanze postoperatorie, ma anche perché una maggiore esperienza permette di capire come e quando intervenire chirurgicamente. Il tumore al pancreas può infatti essere asportato solo in circa il 20% dei pazienti. Uno dei compiti più difficili dell’equipe medica è quella di selezionare con cura i candidati giusti per l’intervento e offrire il percorso terapeutico più adatto per ciascuno.

L’unico modo per fare questo è avere delle equipe multidisciplinari come quella che abbiamo costituito al Pancreas Center del San Raffaele, dove chirurghi, oncologi, gastroenterologi, endoscopisti, radiologi, radioterapisti, anestesisti, anatomopatologi, diabetologi, terapisti del dolore, nutrizionisti e psicologi  collaborano in modo collegiale su ogni caso sia sul piano clinico che in quello della ricerca”, conclude Massimo Falconi, direttore del Pancreas Center e docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

Leggi il comunicato stampa relativo al congresso: Quality and Innovation in Pancreatic Disorders

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