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Come prendersi cura del cuore in menopausa

PUBBLICATO IL 26 GIUGNO 2025

La menopausa rappresenta una fase fisiologica della vita di ogni donna, ma anche un momento cruciale per la salute del cuore. È proprio in questo periodo, infatti, che il rischio cardiovascolare femminile aumenta sensibilmente, superando quello maschile nella stessa fascia d’età. Eppure, il legame tra menopausa e malattie del cuore è ancora oggi spesso sottovalutato.

Negli ultimi anni, però, la medicina di genere ha contribuito a portare alla luce queste differenze: i sintomi di infarto possono manifestarsi in modo atipico nelle donne, il profilo di rischio varia rispetto a quello maschile e anche la risposta alle terapie può differire.

Per questo motivo è fondamentale riconoscere e affrontare la menopausa come un fattore di cambiamento sistemico, che coinvolge non solo l’equilibrio ormonale, ma anche quello cardiovascolare.

Per fare chiarezza su cosa succede al cuore durante la menopausa e come proteggersi in modo efficace, abbiamo intervistato la dott.ssa Serenella Castelvecchio, cardiologa, Responsabile del Programma di Medicina di Genere presso l’IRCCS Policlinico San Donato

Da tempo la dott.ssa si dedica allo studio e alla cura delle patologie cardiovascolari nelle diverse fasi della vita della donna, con particolare attenzione ai cambiamenti ormonali in tutte le fasi della vita e al loro impatto sul cuore.

 

Cosa succede al cuore durante la menopausa

La menopausa è una fase naturale della vita femminile, una transizione che solitamente si manifesta intorno ai 51 anni. Tuttavia, può verificarsi anche precocemente, prima dei 45 o anche dei 40 anni, in caso di insufficienza ovarica prematura.

“Durante questo periodo, si assiste a un significativo aumento del rischio cardiovascolare. Prima della menopausa, le donne godono di una relativa protezione rispetto agli uomini della stessa età. Dopo, il rischio aumenta nettamente, portando con sé la possibilità di eventi avversi come ictus o malattia coronarica. 

Dunque, più precoce è la menopausa maggiore è il rischio di eventi cardiovascolari avversi precoci”, afferma la dott.ssa Castelvecchio.

Le cause della menopausa sono dovute alla cessazione della produzione di ormoni (estrogeni e progesterone) da parte delle ovaie. Ormoni protettivi con un ruolo fondamentale nella vita di una donna.

 

Il ruolo degli ormoni nella salute cardiovascolare

Gli ormoni, in particolare estrogeni e progesterone, svolgono un ruolo cruciale nel proteggere la salute cardiovascolare nelle donne in età fertile. Con l’arrivo della menopausa, il loro calo espone a maggiori rischi cardiaci.

Gli estrogeni (endogeni) sono ormoni con un potente effetto protettivo sul cuore:

  • favoriscono la vasodilatazione mediata dall’ossido nitrico;
  • inibiscono il vasospasmo coronarico;
  • hanno effetti antiossidanti e antinfiammatori;
  • migliorano il profilo lipidico;
  • aumentano la sensibilità all’insulina;
  • riducono l’adiposità addominale.

Ne consegue che, con l’avvento della menopausa, la drastica riduzione degli estrogeni porta a:

  • maggiore rigidità dei vasi (talora con presenza di calcificazioni);
  • aumento della pressione arteriosa;
  • accumulo di grasso viscerale;
  • insulino-resistenza;
  • aumento di colesterolo cattivo (LDL) e trigliceridi, con riduzione dell’HDL (colesterolo “buono”).

Nello specifico, alcuni effetti possono essere diretti o indiretti. Per esempio, l’aumento della pressione potrebbe essere causato sia direttamente dalla carenza ormonale sia indirettamente dal cambiamento metabolico associato al fisiologico invecchiamento. 

Anche il progesterone ha effetti importanti nella donna. È un ormone chiave nel ciclo mestruale e nella gravidanza allo stesso tempo, svolge azioni importanti sul sistema nervoso, riduce la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca, migliora la circolazione sanguigna e svolge un effetto diuretico. La sua carenza infatti favorisce gonfiore e ritenzione idrica.

 

Sintomi da monitorare in menopausa

I sintomi cardiovascolari più frequenti in menopausa sono:

  • tachicardia: battito a riposo sopra i 100 bpm, con palpitazioni, anche notturne;
  • extrasistoli: irregolarità del ritmo cardiaco;
  • pressione alta; 
  • colesterolo alto: rilevabile con esami di routine;
  • facile affaticabilità e fame d’aria;
  • vampate e sudorazioni notturne (i sintomi vasomotori sono anche spia di un aumentato rischio cardiovascolare).

 

Strategie per prendersi cura del cuore in menopausa

L’aumentato rischio cardiovascolare, che accompagna la transizione verso la menopausa e oltre, dovrebbe incoraggiare gli operatori sanitari a prendere in considerazione percorsi di valutazione del profilo cardiovascolare e metabolico, e l'avvio di misure per prevenire le conseguenze a lungo termine.

Il percorso dovrebbe comprendere:

  • valutazione di peso, altezza e idealmente circonferenza della vita e calcolo dell’indice di massa corporea (IMB) con regolare monitoraggio per eventuali variazioni di peso;
  • valutazione dei fattori di rischio cardiovascolari (obesità, fumo, dislipidemia, ipertensione, insulino-resistenza, ridotta tolleranza al glucosio e mancanza di attività fisica) e del rischio globale, utilizzando calcolatori di rischio consolidati (SCORE 2, SCORE 2-Diabetes);
  • controlli regolari della pressione arteriosa
  • EcoDoppler delle arterie carotidi: per la valutazione dello spessore intima-media delle arterie carotidi (CIMT), un marcatore facilmente valutabile al fine di costruire il profilo di rischio CV;
  • EcocardioColor-Doppler: valutazione delle camere cardiache (spessore di parete) e misurazione del grasso epicardico (EAT) il cui accumulo intorno al cuore è considerato un importante fattore di rischio per lo sviluppo di aterosclerosi e l’insorgenza di eventi cardiovascolari avversi come la malattia coronarica, lo scompenso cardiaco e la fibrillazione atriale.

Alimentazione e non solo

L’educazione alimentare e l’adozione di uno stile di vita sano sono aspetti fondamentali da tenere sotto controllo. È importante seguire i cosiddetti “Life’s Essential 8”, ovvero le 8 regole essenziali per vivere in salute, che sono: 

  1. STOP al fumo; 
  2. praticare un’attività fisica regolare e costante nel tempo 
  3. controllare il peso; 
  4. curare la qualità del sonno (almeno 7-9 ore per notte); 
  5. mantenere la pressione arteriosa nel range di normalità (120/80 mmHg, la pressione arteriosa è considerata “elevata” per valori di pressione sistolica di 121-139 mmHg e di pressione diastolica di 81-89 mmHg); 
  6. mantenere i valori di glucosio nel range di normalità; 
  7. mantenere bassi valori di colesterolo “cattivo”; 
  8. curare l’alimentazione (molta frutta e verdura, cereali integrali, proteine ​​magre, noci, e limitare zuccheri, grassi saturi e sale!)

Anche l’educazione alla salute cardiovascolare è fondamentale per aumentare la consapevolezza delle donne sui rischi cardiovascolari e metabolici legati alla menopausa.

A livello pratico, poi, in sé la dieta deve essere una dieta cardioprotettiva ovvero che, come regole generali, debba contenere frutta e verdura di stagione, cereali integrali, proteine magre (es. pesce azzurro, legumi), grassi buoni (olio extravergine, frutta secca), poco sale, niente zuccheri raffinati, pochi grassi saturi.

Attività fisica

Per mantenere il cuore in salute è fondamentale svolgere attività fisica in modo regolare: l’indicazione generale è di almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata, come una camminata veloce, oppure 75 minuti di attività intensa, come corsa, nuoto o ciclismo. 

Tra tutte, la camminata a passo sostenuto è una delle soluzioni migliori: è semplice, accessibile a tutti e porta numerosi benefici se praticata con costanza. 

L’attività fisica aiuta infatti a: 

  • mantenere la pressione arteriosa entro i valori normali; 
  • controllare il peso corporeo;
  • ridurre i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL); 
  • migliorare la sensibilità all’insulina; 
  • contribuire al benessere generale, anche a livello psicologico. 

Non servono sforzi estremi o performance da atleta: la costanza è ciò che conta davvero.

Controlli periodici

Durante la menopausa, monitorare regolarmente la salute cardiovascolare è fondamentale per prevenire patologie gravi o affrontarle tempestivamente. Questo vale sia per chi non ha mai avuto problemi al cuore, sia per chi ha già fattori di rischio noti, come ipertensione, colesterolo alto o familiarità con malattie cardiache. 

I controlli periodici permettono di osservare come il corpo reagisce al cambiamento ormonale e di intervenire in modo personalizzato. La valutazione deve essere completa: oltre alla pressione arteriosa e al profilo lipidico (colesterolo totale, HDL, LDL e trigliceridi), è utile misurare la glicemia e la funzionalità tiroidea, senza trascurare gli esami strumentali. 

L’EcocardioColor-Doppler, ad esempio, consente di osservare lo stato del cuore e la presenza di grasso epicardico, mentre l’EcoDoppler delle carotidi valuta lo stato delle arterie e aiuta a stimare il rischio cardiovascolare futuro. 

La frequenza dei controlli dipende dalla storia clinica individuale, ma in generale è consigliabile un check-up cardiovascolare annuale

Importante, infine, è affidarsi a centri in cui si tenga conto della medicina di genere, per ricevere una valutazione costruita su misura, considerando le specificità del cuore femminile.

 

Quando rivolgersi al cardiologo

L’ideale sarebbe rivolgersi a uno specialista già prima dell’inizio della transizione menopausale, per arrivare preparate a questo cambiamento fisiologico e mettere in atto per tempo strategie di prevenzione cardiovascolare. 

Intervenire precocemente permette, ad esempio, di perdere qualche chilo in eccesso e migliorare il profilo metabolico, così da affrontare la menopausa in condizioni ottimali.

In ogni caso, è fondamentale non sottovalutare eventuali segnali, anche se aspecifici, come fame d’aria, facile affaticabilità, palpitazioni o percezione di battito cardiaco irregolare: potrebbero essere i primi indizi di un coinvolgimento cardiovascolare da approfondire con esami mirati.

 

Come aiutare il cuore in menopausa

La menopausa è un passaggio inevitabile, ma non per questo deve tradursi in una rinuncia alla salute cardiovascolare. Al contrario, può diventare un’occasione per imparare ad ascoltare meglio il proprio corpo, adottare abitudini sane e tenere sotto controllo i principali fattori di rischio. 

Fondamentale è non trascurare i segnali che il corpo invia, come tachicardia, extrasistole, pressione alta, e sottoporsi a controlli periodici.

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