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TAVI: cosa sapere sull'intervento e il post intervento

PUBBLICATO IL 30 GIUGNO 2025

La TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation) è una procedura mini-invasiva che consente di sostituire la valvola aortica malata senza ricorrere alla chirurgia a cuore aperto. 

Questa tecnica ha rivoluzionato il trattamento della stenosi aortica severa, soprattutto nei pazienti anziani o con altre condizioni cliniche che renderebbero rischiosa un’operazione tradizionale. Ma cosa succede dopo l’intervento? Quanto dura la valvola? Si può tornare a una vita normale?

Al Policlinico San Donato, centro di riferimento nazionale per l’intervento TAVI, ogni anno centinaia di pazienti si affidano all’esperienza dei nostri specialisti per affrontare questo cambiamento cruciale. 

L’abbiamo chiesto quindi al prof. Francesco Bedogni, Direttore delle Unità di Cardiologia Clinica, Interventistica e di Terapia Intensiva Coronarica (UTIC) all’IRCCS Policlinico San Donato di Milano, e alla sua équipe specializzata.

 

Prima della TAVI: riconoscere la stenosi aortica

La stenosi aortica è una patologia silenziosa che, quando si manifesta, ha spesso già compromesso la funzionalità del cuore. 

I sintomi più comuni (affanno anche a riposo, dolore toracico, svenimenti) limitano progressivamente le attività quotidiane. Anche salire le scale o camminare pochi metri possono diventare faticosi.

Molti pazienti arrivano all’attenzione del cardiologo quando la qualità della vita è già gravemente ridotta. E in assenza di trattamento, la prognosi (ovvero le aspettative di vita) può essere molto severa.

 

L’intervento TAVI: come avviene

La TAVI ha rivoluzionato il trattamento della stenosi aortica, perché non richiede l’apertura del torace, né l’uso della circolazione extracorporea. 

Grazie a un accesso percutaneo, solitamente all’inguine, viene impiantata una nuova valvola biologica all’interno di quella malata, grazie ad un un sottile catetere.

Il paziente resta sveglio, in anestesia locale, e può essere mobilizzato già il giorno successivo. In 3-5 giorni, nella maggior parte dei casi, si torna a casa.

 

Il recupero dopo la TAVI

Il primo grande vantaggio della TAVI è che il recupero è molto più rapido rispetto all’intervento cardiochirurgico tradizionale. Nella maggior parte dei casi, il paziente è in grado di alzarsi già il giorno dopo la procedura e viene dimesso in pochi giorni.

"È una procedura mini-invasiva, eseguita generalmente con accesso femorale, quindi dalla gamba, senza necessità di aprire il torace - spiega il professor Bedogni -. Questo consente una ripresa molto più veloce, con meno dolore e un ridotto rischio di complicanze

Molti pazienti riferiscono di ‘sentirsi rinati’: tornano a camminare senza fermarsi, a fare la spesa, a uscire con gli amici. Sono semplici routine quotidiane che permettono di migliorare la qualità della vita".

Dopo l’intervento, i sintomi della TAVI tendono a scomparire o a ridursi notevolmente.

“I pazienti possono tornare anche a fare attività fisica moderata, e in generale a sentirsi di nuovo in forma. 

Naturalmente è fondamentale che continuino i controlli cardiologici e che adottino uno stile di vita sano. Smettere di fumare, mangiare in modo equilibrato, tenere sotto controllo colesterolo e pressione, e fare attività fisica sono elementi chiave per proteggere il cuore”.

Dopo le dimissioni, il paziente può infatti tornare gradualmente alle attività quotidiane. È comunque importante: 

  • seguire le indicazioni del cardiologo; 
  • fare gli esami di controllo; 
  • assumere correttamente le terapie prescritte.

 

I controlli dopo l’intervento: il follow-up cardiologico

Dopo la TAVI, il paziente entra in un programma di follow-up cardiologico:

  • i primi controlli vengono eseguiti a pochi giorni o settimane dall’intervento; 
  • poi a distanza di 6 mesi;
  • successivamente 1 volta all’anno, salvo diversa indicazione del cardiologo.

Durante i controlli si eseguiranno:

“È importante monitorare il corretto funzionamento della valvola, la pressione, la frequenza cardiaca e l’eventuale presenza di aritmie – aggiunge Bedogni –. In alcuni casi si può rendere necessario l’impianto di un pacemaker, ma questo avviene solo in una minoranza dei pazienti”.

 

L’esperienza al Policlinico San Donato

Grazie all’alto numero di procedure effettuate ogni anno e all’expertise consolidata del team multidisciplinare, il Policlinico San Donato è oggi il primo centro in Italia per numero di TAVI eseguite

Ogni caso viene discusso da un Heart Team composto da cardiologi, cardiochirurghi, anestesisti e radiologi, per garantire la scelta del trattamento più sicuro ed efficace.

 

Quando chiedere un consulto

Se si soffre di affanno inspiegabile, dolore toracico o svenimenti, è importante rivolgersi a uno specialista per escludere la presenza di una stenosi aortica. 

Una diagnosi precoce può fare la differenza tra una vita limitata e una vita pienamente recuperata, grazie alla TAVI.

Cura e Prevenzione