Il cerotto alla capsaicina contro il dolore neuropatico cronico
PUBBLICATO IL 12 GIUGNO 2025
In Italia, milioni di persone convivono ogni giorno con il dolore cronico, una condizione invalidante che compromette la qualità della vita e ha un forte impatto anche sul sistema sanitario. Tra le sue forme più difficili da trattare c’è il dolore neuropatico, spesso resistente ai farmaci convenzionali.
Oggi, però, grazie all’innovazione in terapia del dolore, esiste una nuova opzione: il cerotto alla capsaicina ad alto dosaggio, già in uso anche presso l’IRCCS Policlinico San Donato.
Il dottor Giacomo Trevisan, anestesista e rianimatore dell’IRCCS Policlinico San Donato, ci spiega come funziona questo trattamento e in quali casi è indicato.
Cos’è il dolore neuropatico
Il dolore neuropatico è una forma di dolore cronico causata da un danno o malfunzionamento del sistema nervoso somatosensoriale, soprattutto a livello delle fibre nervose periferiche di piccolo calibro.
I pazienti che ne soffrono descrivono sintomi come bruciore, formicolii (parestesie), alterazioni della sensibilità (disestesie) e, spesso, il fenomeno dell’allodinia, cioè la percezione di dolore a seguito di stimoli normalmente innocui, come il semplice sfiorare la pelle.
Le cause più comuni? Diabete mellito, Herpes Zoster (Fuoco di Sant’Antonio), esiti di ictus, traumi chirurgici o lesioni spinali.
Come si cura il dolore neuropatico
Il trattamento del dolore neuropatico si articola su 3 livelli, come confermato da una recente revisione pubblicata su The Lancet Neurology:
- farmaci sistemici (come gabapentinoidi che migliorano la comunicazione tra i nervi, antidepressivi triciclici o SNRI, che riducono la trasmissione degli stimoli dolorosi al cervello, inibitori della ricaptazione di serotonina e noradrenalina);
- trattamenti locali (creme, gel, cerotti) applicati direttamente sulla zona dolorante come, ad esempio, il cerotto alla lidocaina, un anestetico locale che “addormenta” temporaneamente i nervi periferici;
- terapie avanzate riservate ai casi più gravi e resistenti.
Il cerotto alla capsaicina: cos’è e come funziona
Tra i trattamenti locali, una novità interessante è il cerotto alla capsaicina ad alto dosaggio.
La capsaicina è il principio attivo che conferisce il “piccante” al peperoncino, ma in medicina viene utilizzata per la sua capacità di legarsi ai recettori del dolore, i nocicettori, (i TRPV1) presenti sulla pelle.
“L’applicazione ad alte concentrazioni di capsaicina provoca una sorta di ‘desensibilizzazione’ di queste terminazioni nervose – spiega il dottor Trevisan –. In pratica, inibisce la trasmissione dello stimolo doloroso anche dopo la rimozione del cerotto”.
Quando si usa il cerotto alla capsaicina
Il cerotto è indicato soprattutto nei casi di nevralgia post-erpetica (esiti dolorosi del Fuoco di Sant’Antonio) e neuropatia diabetica, in particolare a livello dei piedi.
È controindicato sul viso, a causa del rischio di irritazione delle mucose.
Come si applica il cerotto alla capsaicina
Il trattamento viene eseguito in ambulatorio ospedaliero da personale specializzato. Ecco come avviene:
- il medico delimita l’area da trattare, in base a dolore, parestesie e allodinia;
- si posiziona un accesso venoso per poter somministrare farmaci analgesici, poiché la capsaicina può causare bruciore temporaneo;
- il cerotto viene applicato per circa 60 minuti;
- dopo la rimozione, la cute viene detersa e il paziente può tornare a casa.
I vantaggi del cerotto
Il vantaggio di questo trattamento è la durata dell’efficacia: la letteratura scientifica e l’esperienza di numerosi centri hanno evidenziato che l’applicazione di capsaicina transdermica ad alto dosaggio determina una riduzione del dolore nella zona trattata per alcuni mesi potendo, inoltre, ripetere il trattamento.
“Gli effetti collaterali come un lieve dolore urente sono lievi e temporanei – precisa il dottor Trevisan –. Il principale beneficio è la durata dell’effetto: la riduzione del dolore può persistere per alcuni mesi, con la possibilità di ripetere il trattamento”.
Disponibile anche al Policlinico San Donato
Questa metodica è stata recentemente introdotta anche presso l’IRCCS Policlinico San Donato, grazie all’équipe di Terapia del Dolore Cronico. L’obiettivo è offrire nuove soluzioni terapeutiche ai pazienti che ogni anno si rivolgono al centro per dolore cronico resistente alle terapie standard.