Coronavirus: attenzione ai più deboli

PUBBLICATO IL 28 FEBBRAIO 2020

I casi più gravi di Coronavirus si riscontrano in soggetti più deboli come anziani e in pazienti cronici. Per quale motivo? Come è corretto comportarsi per prevenire il contagio? Ce lo spiega l’esperto. 

Anche in Italia, come è noto, il Coronavirus (o COVID-19) ha fatto il suo ingresso, partendo principalmente da Nord Italia e registrando anche qualche caso nel Centro e nel Sud. 

Il virus ha registrato, anche nel nostro Paese, alcuni decessi (ma anche un buon numero di guarigioni), la maggior parte della quale ha riguardato persone anziane (over 80), con patologie pregresse o croniche. 

Quali misure prendere e come salvaguardare la salute dei nostri familiari e conoscenti?

Risponde il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi.

Il rischio di contagio nei soggetti anziani

“Come è ormai noto, i casi più gravi - spiega il professore -  si sono manifestati soprattutto nei pazienti più anziani e, in generale, più deboli, in cui la polmonite rappresenta la causa principale del peggioramento delle loro condizioni (con una letalità del 2,3%). 

Questo perché i virus respiratori, quelli dell’influenza e i coronavirus normali che in condizioni normali causano per lo più raffreddore e sintomi comuni (tosse, febbre e mal di gola), fermano e sviluppano la loro infezione, bloccando ed eliminando le cellule delle prime vie aeree (naso, gola, faringe, epiglottide e laringe). 

Nei soggetti più vulnerabili e con difese immunitarie più basse, il virus amplifica la propria aggressività penetrando gli alveoli polmonari e causando così crisi respiratorie che bloccano appunto la capacità di respirazione”.

Dunque chi è più fragile, chi ha già avuto o che ha problemi a livello polmonare per una malattia cronica, presenta ovviamente effetti maggiori e un livello di mortalità al 2%, vale a dire che per 2 persone su 100 il virus può risultare fatale.

I cronici e i soggetti con patologie concomitanti

Più suscettibili anche i soggetti con malattie croniche come: 

  • pazienti oncologici;
  • pazienti immunosoppressi;
  • pazienti reumatici o diabetici; 
  • pazienti con malattie pre-esistenti come asma e malattie cardiache.

“È stato evidenziato che i contagiati con patologie concomitanti - approfondisce l’esperto - possono sviluppare maggiori complicanze una volta contratto il virus, tra cui: 

  • sindrome respiratoria acuta grave;
  • aritmie;
  • insufficienza renale;
  •  decesso, nei casi peggiori. 

Per questo è importante, oltre ad adottare le misure preventive segnalate dall’OMS - Organizzazione Mondiale della Sanità -, monitorare attentamente questi soggetti e l’andamento delle loro condizioni di salute in casi di sintomatologia influenzale persistente e accentuata. 

Nei casi sospetti, chiamare il 112 potrà confermare o meno la necessità di sottoporre il soggetto a rischio a esami diagnostici più approfonditi”.

Come prevenire

È bene sempre ricordare le indicazioni più importanti di prevenzione:

  • lavarsi spesso e in maniera accurata le mani con acqua e sapone, in modo da eliminare, oltre allo sporco, anche i virus e i batteri. Ottimale anche l’utilizzo di gel detergente igienizzante con alcol al 75% o cloro all’1% (candeggina);
  • prestare molta attenzione ai soggetti malati;
  • tenere le mani, soprattutto se non pulite, lontane da bocca, mucose, naso e occhi;
  • starnutire e tossire in un fazzoletto e poi gettarlo immediatamente nel cestino;
  • In caso di febbre, tosse o difficoltà respiratorie, se si ha viaggiato di recente in Cina o se si è stati in stretto contatto con una persona ritornata dalla Cina e affetta da malattia respiratoria, segnalare il fatto al numero gratuito 1500, istituito dal Ministero della Salute.

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