Monkeypox virus: il vaiolo delle scimmie isolato anche in Italia

PUBBLICATO IL 24 MAGGIO 2022

(news aggiornata 26 Maggio 2022)

Il vaiolo delle scimmie è una malattia infettiva già conosciuta e diffusa in Africa e piuttosto rara negli uomini causata dall’infezione da monkeypox virus “cugino” del vaiolo umano, ma molto diverso per diffusività e gravità. Nonostante la malattia riguardi prevalentemente gli animali, poiché il virus ha la capacità di infettare specie differenti, il monkeypox è arrivato all’uomo: il primo caso è stato registrato nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo.

Il professore Carlo Signorelli, ordinario di Igiene e Sanità Pubblica presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, spiega: “In Italia sono stati identificati per ora 6 casi, con sintomi lievi, ma non si può parlare di allarme. Bisogna essere cauti e tenere alta l’attenzione per capire se si tratta di casi sporadici o si può parlare di focolai. In tal senso il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità con le Regioni hanno subito messo in piedi un sistema di monitoraggio dei casi”.

 

La provenienza

Monkeypox è un virus identificato per la prima volta nelle scimmie in cattività nel 1958 e poi nel 1970 in un uomo della Repubblica Democratica del Congo. Da allora la malattia nell’uomo è stata registrata principalmente in Africa centrale e occidentale ma, chiarisce il professor Signorelli: “Alcuni casi sporadici sono stati tracciati già anni fa negli Stati Uniti, in Israele, a Singapore e in Gran Bretagna, sempre collegati a viaggi o trasporto di animali da aree a rischio”.

 

I sintomi

La malattia inizia con:

  • Febbre
  • Mal di testa
  • Dolori muscolari
  • Mal di schiena
  • Linfonodi gonfi
  • Brividi
  • Stanchezza

Entro 1-3 giorni (circa) dopo la comparsa della febbre, il paziente sviluppa un'eruzione cutanea, spesso a partire dal viso e poi sul corpo che si manifesta con:

  • vescicole;
  • pustole;
  • croste.

La durata della malattia è variabile: 2-4 settimane.

 

Come si trasmette

La trasmissione si verifica quando una persona entra in contatto con il virus da animale, uomo o materiale contaminato

Da uomo a uomo il virus, anche se non facilmente, può essere trasmesso attraverso:

  • gocce di saliva (droplets);
  • contatto con fluidi corporei;
  • contatto con le lesioni cutanee.

 

Come si cura 

La malattia tendenzialmente regredisce spontaneamente in 2/4 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche.

È opportuno rivolgersi al proprio medico curante in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee che può valutare la somministrazione di antivirali quando necessario.

 

La prevenzione

Spiega il professore Carlo Signorelli: “Sostanzialmente, come per altre malattie infettive, è bene fare attenzione ai contatti con persone che manifestano i sintomi e sono potenzialmente a rischio”.

In caso di malattia, il paziente infetto va isolato e il caregiver dovrà avere cura di lavare bene e frequentemente le mani e usare dispositivi di protezione individuali.

 

Il vaccino

“Sebbene esista un vaccino per il vaiolo delle scimmie, non si hanno ancora dati sulla reale efficacia, così come non abbiamo ancora la certezza che le popolazioni di tutto il mondo di età superiore ai 50 anni possano beneficiare della protezione offerta dai programmi di vaccinazione contro il vaiolo ‘vero’, attivi prima del 1980”, conclude il docente dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

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