Ernia dello sportivo (PIPS): cos’è e quando serve l'intervento per il dolore inguinale
PUBBLICATO IL 05 MAGGIO 2025
Per chi pratica sport, sia a livello amatoriale sia agonistico, il dolore inguinale è ampiamente conosciuto e sperimentato.
Questo dolore, seppur molto presente, viene però ancora erroneamente identificato con il termine “ernia dello sportivo”, nonostante, anatomicamente parlando, non si verifichi la fuoriuscita di viscere attraverso un’apertura del tessuto muscolare, tipica delle ernie.
Questa condizione, che non è un’ernia e non colpisce solo gli sportivi, viene definita quindi meglio con il termine PIPS, ovvero Pubic Inguinal Pain Syndrome, e si caratterizza per un dolore cronico della regione pubica e inguinale.
Vediamo nel dettaglio le cause di insorgenza, i sintomi, la diagnosi e il trattamento di questa patologia con il professor Giampiero Campanelli, Ordinario di Chirurgia dell’Università dell’Insubria, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale sezione Day & Week Surgery dell’IRCCS Ospedale Galeazzi - Sant'Ambrogio e Direttore dell'Hernia Center di Milano.
Cos’è l’ernia dello sportivo e perché questo termine non è corretto
“L’ernia dello sportivo è una situazione di dolore pubico inguinale, la maggior parte delle volte cronico – spiega il professor Campanelli -.
Nell’ambiente medico viene più comunemente denominata PIPS, ma in letteratura viene anche definita Obscure Growing Pain, Gilmore's pain, Ernia dello Sportivo, Sindrome del dolore pubico-inguinale e Pubalgia. Tutti nomi differenti che indicano il dolore al pube, unilateralmente o da entrambi i lati, durante o a seguito di un’attività sportiva anche blanda”.
Il termine “ernia dello sportivo” per descrivere questa patologia è da ritenersi, quindi, inappropriato perché:
- non avviene la fuoriuscita di un’ernia;
- non è riscontrato solo negli sportivi, ma colpisce un’importante fetta della popolazione generale attiva di tutte le età.
Le cause principali della PIPS
“Le cause principali della PIPS dipendono strettamente dal tipo di attività fisica del paziente in cui avviene l’insorgenza, ovvero se è sportivo o se fa parte della popolazione generale” afferma lo specialista.
Negli atleti, soprattutto quelli che praticano sport con movimenti ripetuti delle gambe (come calciatori, ciclisti e maratoneti), viene sviluppata molto la massa muscolare (si parla di ipertrofia muscolare).
“I programmi di allenamento non tengono sempre conto dell’allungamento dei muscoli delle gambe, prediligendo forza e resistenza. Questa mancanza di elasticità si traduce in un irrigidimento delle inserzioni dei muscoli ileopsoas e dei muscoli retti, cioè quei muscoli che si attaccano nella zona pubica, creando tensione e dolore - sottolinea il professore -.
Nella maggior parte di questi pazienti è possibile riscontrare in questa inserzione una struttura fibrotica densa, delle lamelle di tessuto, visibili con gli esami strumentali e possibili cause della patologia”.
Nella popolazione generale, invece, le cause principali sono:
- l’inizio di attività fisica senza un adeguato piano di preparazione;
- l’assenza di esercizi di flessibilità all’interno dell’attività fisica routinaria.
“Un esempio eclatante dello sviluppo di questa patologia è stato il periodo del lockdown durante il COVID: molte persone hanno iniziato a fare attività fisica senza una preparazione adeguata – continua il chirurgo -. L’improvvisa sollecitazione di muscoli non allenati ha causato l’insorgenza di dolori nella regione pubica e inguinale, anche in questi casi dovuti alla tensione muscolare sulle inserzioni muscolari del pube”.
I sintomi della PIPS
“La PIPS può manifestarsi con sintomi di diversa intensità: molti pazienti lamentano un lieve fastidio inguinale, altri dolori forti e invalidanti”.
I sintomi principali sono:
- dolore al pube e all’inguine, a 1 o entrambi i lati;
- sensazione di “tiraggio” sul pube, che peggiora con l’attività fisica;
- difficoltà a mantenere la posizione eretta e svolgere attività quotidiane come allacciarsi le scarpe e camminare.
Come si diagnostica la PIPS
“Uno degli aspetti di maggior criticità è la corretta diagnosi di PIPS. Questo perché spesso il dolore inguinale viene confuso con un’ernia inguinale vera e propria, portando a interventi chirurgici inutili e a un aumento del rischio di dolore cronico”, afferma il professor Campanelli.
Una diagnosi corretta di ernia sportiva deve essere fatta da uno specialista sulla base di 3 momenti:
- la visita clinica, che deve escludere la presenza di un’ernia e valutare i tendini e i muscoli della zona pubica;
- l'ecografia dinamica della regione, che indaghi la presenza o meno di strutture fibrotiche che possano creare tensione tendinea anomala;
- la risonanza magnetica che possa mostrare eventuali alterazioni del tessuto e rilevare l’eventuale presenza di strutture fibrose, che possono causare il dolore.
“Il possibile riscontro, dopo questi esami, di una piccola ernia (5-10 mm) può essere solo un segnale di debolezza dei tessuti muscolari, non la vera causa del dolore – continua lo specialista -. Intervenire chirurgicamente su questa ernia senza trattare il problema sottostante può solo peggiorare la situazione del dolore”.
I trattamenti della PIPS
“Nella maggior parte dei casi, il trattamento iniziale della PIPS non deve essere chirurgico, ma si deve basare su un trattamento fisiokinesioterapico che tenda ad allungare quei tendini la cui cortezza determina la sintomatologia”, chiarisce il professore.
Gli obiettivi della terapia dovranno essere quindi:
- allungare i muscoli e i tendini rigidi, per ridurre la tensione pubica;
- migliorare la mobilità e la flessibilità muscolare;
- ridurre l’infiammazione.
“Se, nonostante almeno 2 o 3 mesi di terapia, il dolore rimane acuto tale da impedire le normali attività quotidiane, si può considerare l’opzione chirurgica. L’intervento rimane però sempre l’ultima spiaggia, poiché non sempre risolutivo”, dice Campanelli.
L’intervento chirurgico non è quello classico per l’ernia, ma prevede:
- una piccola tenotomia calibrata parziale (rilascio parziale dei tendini coinvolti) dei tendini di inserzione tesi, cioè del retto e dell'adduttore, con eventuale asportazione del tessuto fibrotico, se riscontato dalle indagini strumentali;
- un rinforzo della parete inguinale, per stabilizzare la zona pubica;
L’operazione viene eseguita in anestesia locale, con il paziente sveglio per le eventuali manovre necessarie alla valutazione della situazione tendinea e muscolare.
“I tempi di recupero dall’intervento - delinea il chirurgo - variano in base all’attività del paziente:
- gli sportivi in generale dopo 15 giorni possono riprendere le loro attività agonistiche;
- la popolazione generale in 1 settimana può riprendere la normale attività quotidiana”.
Si può prevenire la PIPS
È possibile prevenire la PIPS mantenendo una corretta elasticità muscolare. Questo può avvenire attraverso:
- stretching, anche pochi minuti al giorno;
- potenziamento muscolare bilanciato alternando forza ed elasticità.
Cosa fare se si hanno i sintomi della PIPS
“L’iter diagnostico corretto per chi avverte dolore inguinale dovrebbe prevedere un primo consulto con il proprio medico di famiglia, che, sulla base dei sintomi riferiti, potrebbe decidere di prescrivere un’ecografia.
Il referto di quest’ultima sarebbe opportuno farla valutare in un Centro con chirurghi altamente specializzati in patologie dell’ernia e della parete addominale, per una valutazione mirata e adeguata al caso clinico.
In questo modo nel 50% dei casi circa, i pazienti con una diagnosi errata di ‘ernia dello sportivo’ possono evitare l’intervento” conclude il professor Campanelli.