Cos'è l'ipocinesia e come si manifesta
PUBBLICATO IL 13 MAGGIO 2025
In medicina, l’ipocinesia è una condizione clinica caratterizzata da una riduzione anomala dei movimenti degli organi o apparati. Parliamo di lentezza a muoversi, condizione che può manifestarsi come sintomo di diverse patologie, principalmente di natura neurologica o cardiaca.
Esploriamo quali sono le cause, i sintomi e i trattamenti per questa condizione (con un focus sull'ipocinesia cardiaca). Ne parliamo con il prof. Massimo Piepoli, Direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia Universitaria Perioperatoria e Riabilitativa all’IRCCS Policlinico San Donato e Docente presso l’Università degli Studi di Milano.
Cos'è l'ipocinesia
Il termine "ipocinesia" deriva dal greco "hypo" (ridotto) e "kinesis" (movimento) e indica una diminuzione dei movimenti volontari o involontari del corpo.
L'ipocinesia può riguardare diverse parti del corpo ed essere associata a patologie di varia natura. In ambito neurologico è spesso un segno distintivo di malattie neurodegenerative, mentre in contesto cardiovascolare l'ipocinesia interessa il muscolo cardiaco e può essere indice di problemi nella funzione di pompa (contrazione) del cuore.
Cause e tipologie di ipocinesia
Le cause dell'ipocinesia variano a seconda dell'organo o dell'apparato coinvolto così da avere diverse tipologie.
Ipocinesia cardiaca
L’ipocinesia cardiaca è una condizione che si verifica quando il muscolo cardiaco non si contrae in modo efficace. Può essere:
- localizzata, se interessa solo una parte del cuore;
- diffusa, quando coinvolge tutti i segmenti del miocardio.
Una delle cause principali è l'ischemia del miocardio, ovvero una riduzione dell'apporto di sangue (ossigeno e nutrienti) al cuore, che, se prolungata, può portare a danni permanenti nelle zone colpite. Può essere la conseguenza quindi di una ischemia, un infarto, di cardiomiopatie determinando lo scompenso cardiaco.
Viene spesso rilevata attraverso esami clinici e di imaging come l'ecocardiografia.
Ipocinesia neurologica
L’ipocinesia neurologica può derivare da:
- patologie come il morbo di Parkinson, ictus cerebrali, traumi cranici;
- altre malattie del sistema nervoso centrale che compromettono il controllo motorio.
Ipocinesia diffusa
L’ipocinesia diffusa coinvolge più aree del corpo e può essere legata a:
- sindromi da affaticamento cronico;
- patologie neuromuscolari;
- disordini metabolici.
Ipocinesia secondaria
In alcuni casi, la riduzione dei movimenti può derivare da:
- effetti collaterali di farmaci sedativi;
- malnutrizione;
- immobilizzazione prolungata.
Quali sono i rischi dell'ipocinesia
L'ipocinesia può comportare conseguenze anche gravi a seconda dell'organo coinvolto.
Nel cuore, l'ipocinesia cardiaca riduce l'efficienza del pompaggio del sangue, compromettendo la corretta circolazione e quindi l’ossigenazione di organi e tessuti. Questo può determinare una insufficienza cardiaca acuta, caratterizzata da affaticamento, dispnea (difficoltà respiratoria) e accumulo di liquidi nei tessuti (edemi).
Inoltre, una ridotta contrattilità del muscolo cardiaco può favorire l'insorgenza di aritmie, come la fibrillazione atriale, aumentando il rischio di ictus e altre complicanze tromboemboliche.
Nei casi più severi, l'ipocinesia può essere il segnale di una disfunzione ventricolare sinistra prolungata, che se non trattata adeguatamente può evolvere in scompenso cardiaco cronico.
Nel sistema nervoso, la riduzione dei movimenti può portare a rigidità muscolare, difficoltà motorie e progressiva perdita dell'autonomia. Nei pazienti affetti da Parkinson, ad esempio, può diventare sempre più difficile svolgere anche le più banali attività quotidiane come camminare, scrivere o afferrare oggetti.
Nella mobilità generale, la mancanza di movimento può favorire altre problematiche di salute come quelle articolari, si perde massa muscolare e peggiora in generale la qualità di vita. L'inattività prolungata è un fattore di rischio che può favorire l’insorgere di osteoporosi e diabete di tipo 2.
Diagnosi dell'ipocinesia
Per identificare la presenza di ipocinesia, il medico può avvalersi di diversi strumenti diagnostici:
- esame obiettivo: valutazione dei riflessi, della forza muscolare e della coordinazione nei casi di ipocinesia neurologica;
- ecocardiografia e risonanza magnetica cardiaca: utilizzate per osservare il movimento delle pareti del cuore e identificare eventuali aree con ipocinesia;
- test neurologici e imaging cerebrale: TAC e risonanza magnetica cerebrale possono essere utili per individuare lesioni o disfunzioni del sistema nervoso centrale;
- analisi del sangue: in alcuni casi, gli esami del sangue possono evidenziare alterazioni metaboliche o carenze vitaminiche che contribuiscono all'ipocinesia.
“Nello specifico, in caso di sospetta ipocinesia cardiaca, viene prescritta l’ecocardiografia e la risonanza magnetica cardiaca del cuore, per conferma diagnostica e per quantificarne il grado di severità. Attraverso queste metodiche, il cardiologo può valutare se il problema riguarda un'area circoscritta del cuore, come nel caso di una pregressa ischemia, o se coinvolge diffusamente il muscolo cardiaco, come nelle cardiomiopatie dilatative”, aggiunge il professore.
Cure e trattamenti
Il trattamento dell'ipocinesia dipende dalla causa sottostante e può includere:
- terapie farmacologiche: per l'ipocinesia neurologica, si utilizzano farmaci come la levodopa per il Parkinson. Per l'ipocinesia cardiaca, si possono prescrivere farmaci per migliorare la funzione contrattile del cuore, come i beta-bloccanti, gli inibitori dell'enzima di conversione dell'angiotensina, mineral-corticoidi.
Nel caso di ipocinesia cardiaca, un paziente che ha subito un infarto può presentare un'area del muscolo cardiaco con ridotta capacità contrattile. In questi casi, l'uso di farmaci specifici e una corretta riabilitazione cardiologica possono migliorare significativamente la funzione cardiaca; - riabilitazione e fisioterapia: sono importantissimi gli esercizi fisici mirati che aiutano a mantenere la mobilità e a ridurre la progressione dell’invalidità. Nei pazienti con Parkinson, la fisioterapia può includere esercizi di coordinazione e allenamento della marcia;
- chirurgia e trattamenti avanzati: nei casi più gravi di ipocinesia cardiaca, possono essere necessari interventi come l'angioplastica, il bypass coronarico o l'impianto di dispositivi cardiaci come il pacemaker;
- modifiche dello stile di vita: un'alimentazione equilibrata, attività fisica regolare e la gestione dello stress sono fondamentali per prevenire e contenere la progressione dell'ipocinesia, soprattutto quella cardiaca;
- terapie innovative: recentemente, alcuni studi stanno valutando il ruolo della stimolazione cerebrale profonda (DBS) per trattare l'ipocinesia nei pazienti con Parkinson, con risultati promettenti;
- utilizzo della tecnologia nella riabilitazione: alcuni centri specializzati stanno sperimentando esoscheletri robotici e dispositivi di neurostimolazione per aiutare i pazienti con ipocinesia a recuperare la mobilità.
“L'ipocinesia è una condizione che può avere diverse origini e impatti sulla salute. Riconoscerne i sintomi e intervenire tempestivamente con le giuste cure è essenziale per migliorare la qualità e la durata della vita dei pazienti. Se si sospetta di avere sintomi di ipocinesia, è importante consultare subito uno specialista per una diagnosi accurata e un trattamento adeguato”, afferma il prof. Piepoli.
Grazie ai progressi della medicina e alle nuove tecnologie, oggi esistono soluzioni sempre più efficaci per affrontare questa problematica e migliorare la qualità della vita dei pazienti.