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Protesi totale di ginocchio: la tecnica robotica all’Istituto Clinico San Siro

PUBBLICATO IL 24 GIUGNO 2025

La chirurgia ortopedica è una delle branche mediche in cui la tecnica robotica è più impiegata. L’utilizzo del robot in sala operatoria rende, infatti, gli interventi più precisi ed efficaci, trovando ampio spazio nella cura di uno dei disturbi ortopedici più diffusi: la gonartrosi, cioè l’artrosi del ginocchio. 

Date le enormi potenzialità che dimostra, la chirurgia robotica è stata recentemente introdotta all’Istituto Clinico San Siro per la cura di questa patologia attraverso l’esecuzione di interventi di protesi totale di ginocchio.

Approfondiamo, quindi, l’argomento con il dottor Andrea Parente, chirurgo ortopedico presso il Centro di Chirurgia Protesica di Anca e Ginocchio dell’Istituto Clinico San Siro.

 

Quando è necessaria la protesi totale di ginocchio

Il ginocchio è una delle articolazioni più soggette a sollecitazioni e con il tempo può andare incontro a degenerazione, anche grave. In alcuni casi potrebbe, dunque, rendersi necessario un intervento di sostituzione articolare con una protesi.

In base al grado di coinvolgimento dei compartimenti, esistono principalmente 2 approcci chirurgici:

  • la sostituzione con una protesi monocompartimentale, utilizzata quando a essere usurato è un solo compartimento del ginocchio;
  • la sostituzione con una protesi totale, utile quando è danneggiata l’intera articolazione.

“Non è sempre necessario ricorrere alla sostituzione dell’articolazione completa. Nei casi meno gravi, infatti, una protesi monocompartimentale può essere una soluzione molto efficace e sicuramente meno invasiva.

La protesi totale, invece, viene consigliata in casi specifici, ovvero quando il paziente presenta:

  • dolore intenso persistente;
  • resistenza alle terapie conservative;
  • difficoltà di movimento del ginocchio;
  • una forma grave di artrosi, diffusa a tutta l’articolazione;
  • un’usura pressoché totale della cartilagine.

Questa situazione, definita in termini tecnici artrosi tricompartimentale, è una degenerazione di tutti e 3 i compartimenti del ginocchio (quello femoro-tibiale mediale, il femoro-tibiale laterale e il femoro-rotuleo)”, afferma il dottor Parente.

Le cause dell’artrosi tricompartimentale

La causa principale di insorgenza di artrosi tricompartimentale è l’invecchiamento delle strutture articolari; tuttavia, non è da dimenticare che può colpire anche i pazienti più giovani. In questo caso le cause scatenanti possono essere:

  • traumi;
  • infezioni;
  • malattie reumatiche;
  • fattori genetici;
  • gravi deviazioni dell’asse meccanico.

“Quando il danno all’articolazione è molto esteso, ma soprattutto non risponde a trattamenti conservativi (come la terapia farmacologica, la fisioterapia e le infiltrazioni), la protesi totale di ginocchio potrebbe essere, quindi, l’approccio più idoneo”, spiega lo specialista.

 

In cosa consiste l’intervento di protesi totale di ginocchio

L’intervento di protesi totale di ginocchio consiste essenzialmente nella sostituzione completa dell’articolazione con un impianto protesico.

È un intervento che prevede il rivestimento con componenti protesiche di femore, tibia ed anche, eventualmente, della rotula.

“Eseguito l’intervento e seguita una corretta riabilitazione - spiega lo specialista -, il paziente dovrebbe trarne diversi benefici, tra cui:

  • una netta riduzione del dolore;
  • il recupero della mobilità;
  • ritorno progressivo alle attività quotidiane e sportive a basso impatto”.

 

Protesi totale di ginocchio con tecnica robotica: la procedura

Nello specifico della sostituzione articolare con la protesi totale di ginocchio, la chirurgia robotica interviene inizialmente con un’analisi dettagliata della condizione del paziente.

“Nella fase preparatoria in sala l’ortopedico prende, con uno specifico strumento, dei punti di repere articolari. Questa procedura, completamente gestita dal chirurgo, restituisce al robot un modello tridimensionale del ginocchio”, spiega lo specialista.

Da questo modello, il chirurgo imposta l’intera pianificazione dell’intervento, decidendo i tagli ossei e la posizione esatta in cui impiantare la protesi.

“La fase di pianificazione è cruciale, perché una volta inserita nella macchina, il robot agirà fedelmente solo sulla base delle impostazioni date dallo specialista. Agisce un po’ come il ‘braccio destro’ dell’ortopedico, aiutandolo nelle fasi più importanti”, aggiunge il dottor Parente.

 

I vantaggi della chirurgia robotica sulla protesi totale di ginocchio

“La chirurgia robotica in ortopedia ha reso possibile ambire a una sempre maggiore precisione negli interventi, con la possibilità di arrivare a una vera e propria personalizzazione dell’impianto sull’anatomia e sulla cinematica articolare nativa del paziente. 

È da sottolineare che l’impiego del robot in sala operatoria riduce anche rischi di errore chirurgico, seppur già bassi in centri ad alta specialità come il nostro. 

La tecnica robotica, tuttavia, non sostituisce mai il chirurgo. È semplicemente una guida e un’assistenza durante l’intervento”, afferma il dottor Parente.

Questa tecnologia risulta particolarmente efficace: 

  • per i casi più complessi; 
  • nei pazienti con deformità articolari gravi. 

Inoltre,e dovrebbe garantire una: 

  • maggiore durata degli impianti; 
  • migliore sensazione da parte del paziente;
  • minore probabilità di complicanze a breve e lungo termine.

 

Risultati post-operatori nella chirurgia robotica sulla protesi totale di ginocchio

“Gli aspetti più studiati della chirurgia robotica: risultati funzionali e tempi di recupero.

Non vi è, al momento, una letteratura univoca che indichi che i pazienti sottoposti a intervento di protesi totale di ginocchio con l’impiego del robot abbiano risultati e tempi di recupero significativamente migliori rispetto alla procedura tradizionale mininvasiva che attualmente usiamo. 

Però, anche documentato da una valutazione radiografica post-operatoria, è dimostrato che questi pazienti hanno un allineamento più preciso della protesi articolare, una protesi più ad personam. 

È importante quindi continuare a usare e sviluppare questa tecnologia, che sicuramente darà sempre più benefici e diventerà sempre più centrale nella chirurgia protesica del futuro”, conclude il dottor Andrea Parente.

Cura e Prevenzione