Quali sono i valori normali dell’esame dell’azotemia
PUBBLICATO IL 23 APRILE 2025
L’azotemia è l’esame grazie a cui si misura la concentrazione di azoto non proteico nel sangue, una sostanza di scarto del metabolismo delle proteine che viene sintetizzato nel fegato ed espulso dai reni tramite le urine.
Nel sangue la sostanza azotata presente in maggiori quantità è l’urea, facilmente misurabile da un semplice esame ematico. Un valore alto di questo parametro, noto anche con il termine di azoto ureico o BUN (Blood Urea Nitrogen), potrebbe essere la spia di una funzionalità renale ridotta.
Ne parliamo con il prof. Fouad Kanso, Responsabile del Servizio di Medicina di Laboratorio degli Istituti Clinici Bresciani e associato di Ematologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Quando si fa l’azotemia
Il medico prescrive l’esame dell’azotemia, combinato a quello dell’urea e della creatinina, soprattutto quando il paziente presenta insufficienza renale o si sottopone a dialisi. Da un semplice prelievo ematico è possibile valutare la funzionalità renale di una persona.
I valori normali di riferimento
I livelli normali di azotemia possono variare a seconda dei valori di riferimento adottati da ciascun laboratorio di analisi. In genere, nelle persone adulte, sono compresi tra 17 e 43 milligrammi per decilitro (mg/dl).
Che cos’è l’iperazotomia e cosa può indicare
Accertare l’iperazotomia, ossia un alto livello di azotemia, è frequente in particolare negli anziani e nelle persone ricoverate.
Si tratta, infatti, di una condizione clinica comune quando i reni:
- presentano lesioni da patologie, lesioni o trattamenti farmacologici prolungati;
- non riescono a espellere la sostanza tossica che viene prodotta dal fegato.
Un livello elevato di azotemia nel sangue, dunque, è riconducibile a una funzionalità renale alterata a causa della quale l’organismo non riesce a smaltire l’azoto non proteico.
È bene chiarire che si tratta di una condizione che può dipendere anche da un regime nutrizionale ricco di grassi e non necessariamente da problemi renali.
Valori bassi di azotemia, una condizione rara
Valori di azotemia inferiori a quelli normali non sono molto comuni. Può capitare di riscontrarli:
- nelle donne in gravidanza;
- in coloro che presentano malattie del fegato;
- in caso di nefrosi;
- in persone che praticano diete particolarmente povere di proteine con digiuni prolungati.
Le 3 tipologie di azotemia
Clinicamente si distinguono 3 tipologie di azotemia: pre-renale, intra-renale e post-renale.
L’azotemia pre-renale è la più ricorrente e consiste nel risultato della diminuzione del flusso sanguigno ai reni a causa di molteplici condizioni tra le quali infarto o malattie cardiache, insufficienza epatica, perdita di sangue, infezione, gravi ustioni, disidratazione grave o assunzione di alcuni farmaci come l’acido acetilsalicilico o l’ibuprofene.
L’azotemia intra-renale (o intrinseca), invece, si verifica a causa di danni alla struttura dei reni. Le malattie e le condizioni che possono causare danni ai reni includono: coaguli di sangue, infezioni, alcuni farmaci chemioterapici e antibiotici o tossine come droghe e alcol.
L’azotemia post-renale, infine, si verifica in presenza di un blocco nei tubi di drenaggio, gli ureteri, attraverso i quali scorre l’urina. Ciò è da ricondurre a infezioni del tratto urinario, calcoli renali o alcune neoplasie come il cancro alla vescica, il cancro del collo dell’utero e il cancro alla prostata.
I sintomi di iperazotemia
L’iperazotomia è di solito una condizione clinica silente, ovvero che non dà una sintomatologia evidente salvo quando è in stato molto avanzato. Ci si accorge spesso di un valore alto di azotemia in occasione di esami di routine o controlli periodici eseguiti magari per altre condizioni.
La comparsa di questi disturbi potrebbe far presagire la presenza di azoto più alta del dovuto nel sangue:
- debolezza;
- fiato corto;
- minzione frequente;
- stanchezza;
- dolore o pressione al petto;
- battito irregolare;
- ritenzione dei liquidi;
- gonfiore agli arti inferiori.
Quando l’accumulo di azoto nel sangue supera i livelli consentiti si può andare incontro all’uremia, un accumulo di urea nel sangue che determina vomito, nausea, prurito, intorpidimento delle mani e dei piedi, danni al cervello.
Cura e terapie
Le terapie variano da caso a caso: spetterà allo specialista delineare l'iter terapeutico più opportuno in relazione alla tipologia di azotemia, alle cause e alla gravità della condizione. Le principali opzioni terapeutiche includono:
- la somministrazione di farmaci (diuretici, adrenergici, corticosteroidi ed espansori del volume plasmatico);
- la somministrazione per via endovenosa di fluidi per trattare la disidratazione;
- l’introduzione di stent ureterali per facilitare il flusso dell’urina dai reni alla vescica;
- la dialisi per rimuovere ed eliminare i prodotti di scarto presenti nel sangue.