Ischemia con coronaropatia non ostruttiva: cos’è e perché è importante fare ricerca

PUBBLICATO IL 01 APRILE 2022

Al San Raffaele un nuovo studio multicentrico finanziato dal Ministero della Salute per comprendere meglio questa malattia ancora poco conosciuta, che colpisce soprattutto le donne

Negli ultimi anni, da parte degli esperti di tutto il mondo, è nata la necessità di definire meglio un gruppo eterogeneo di manifestazioni cliniche legate a ischemia miocardica in pazienti che non presentano malattia coronarica ostruttiva. È stato così coniato l’acronimo INOCA, dall’inglese “ischemia with non-obstructive coronary artery disease”.

L’INOCA, anche perché può essere associata a un’ampia varietà di sintomi che possono variare nel tempo, richiede un’attenta valutazione diagnostica e un trattamento scrupoloso che non sempre ha ricevuto la giusta attenzione. Quello che ne consegue è un peggioramento nel benessere e nella qualità di vita dei pazienti affetti, per la maggior parte donne, in età attiva lavorativa.

Ecco perché i medici del San Raffaele, coordinati in questa ricerca dalla dottoressa Alaide Chieffo, cardiologa dell’Unità Operativa di Cardiologia Interventistica ed Emodinamica dell’istituto, diretta dal Dott Matteo Montorfano, hanno messo a punto un nuovo studio multicentrico per studiare più a fondo questa patologia e possibili trattamenti.

 

Cos’è INOCA

INOCA include uno spettro molto ampio di condizioni in cui le coronarie, ossia i vasi sanguigni che arrivano al muscolo cardiaco, sono incapaci di apportare sangue e ossigeno al cuore. In questi casi, si parla di ischemia cardiaca.

A differenza delle malattie coronariche ostruttive, in cui l’ischemia si verifica a causa di un restringimento progressivo dei vasi arteriosi epicardici, nei pazienti che soffrono di INOCA l’ischemia è causata da una disfunzione del microcircolo coronarico e /o vasospasmo.

 “L’alterazione della microcircolazione presenta ancora molte incertezze dal punto di vista fisiopatologico e sono necessari ulteriori studi per caratterizzare in maniera sempre più accurata questa condizione, in modo da indirizzare più precocemente il paziente verso un percorso diagnostico e terapeutico appropriato” spiega Alaide Chieffo.

 

Il problema della diagnosi

Per alcune delle condizioni che causano ischemia nelle persone affette da INOCA, la diagnosi è complessa: non sempre gli esami di routine tradizionali, come la coronarografia, riescono a identificare la causa eziologica e ad escludere altre patologie con manifestazioni cliniche simili. Secondo alcuni studi, per esempio, poco meno della metà di pazienti sottoposti a coronarografia per dolore toracico presentano coronarie normali, o quasi.

“La difficile diagnosi è anche uno dei motivi per cui la qualità di vita di chi soffre di INOCA può essere peggiore rispetto ai pazienti con una malattia ostruttiva coronarica. Può accadere, infatti, che i pazienti con disfunzione microvascolare o vasospasmo coronarico non ricevano subito una diagnosi accurata e quindi una terapia efficace e ricorrano più volte ad accessi ospedalieri” continua l’esperta.

 

Un esempio di medicina di genere

“È importante sottolineare che l’ischemia con coronaropatia non ostruttiva è una patologia con una prevalenza maggiore nel sesso femminile, come sottolineano i dati del registro americano WISE (Women’s Ischemia Syndrome Evaluation)”, spiega Alaide Chieffo.

Il tasso di nuove ospedalizzazioni, per esempio, è fino a 4 volte superiore nelle donne rispetto agli uomini e, in generale, sono maggiormente soggette ad eventi cardiaci avversi.

Nelle donne si identifica più frequentemente una disfunzione del microcircolo. Diverse sono le ipotesi, tra queste:

  • l’influenza delle fluttuazioni ormonali
  • lo stato pro infiammatorio
  • l'incidenza della  sindrome metabolica.

 

Il nuovo studio del San Raffaele su INOCA

Il San Raffaele ha recentemente avviato uno studio prospettico, interventistico e multicentrico, finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito della Ricerca Finalizzata 2019, per studiare la prevalenza di INOCA in Italia, effettuare una corretta diagnosi e identificazione dell’endotipo di INOCA al fine di fornire così trattamenti farmacologici mirati.

Gli altri centri coinvolti, oltre all’Ospedale San Raffaele (centro coordinatore dello studio), sono: 

  • l’IRCCS Fondazione Policlinico Universitario A.Gemelli di Roma; 
  • l’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli.

L’obiettivo è arruolare nei 3 centri italiani 200 pazienti con sospetta cardiopatia ischemica cronica in assenza di coronaropatia ostruttiva, alla prima coronarografia effettuata in ospedale. Durante la coronarografia, questi pazienti verranno sottoposti a ulteriori esami specifici disponibili in questi 3 centri e, successivamente, suddivisi in gruppi in base all’esito dei test.

“Con questo studio speriamo di ‘fotografare’ la situazione in Italia e, soprattutto, di produrre nuova conoscenza verso una patologia ancora relativamente poco conosciuta, che colpisce prevalentemente soggetti attivi e di sesso femminile” conclude Alaide Chieffo.

Clicca qui per maggiori informazioni relative sullo studio

 

 

Cura e Prevenzione