Rooming-In: mamme e neonati più sereni

PUBBLICATO IL 25 FEBBRAIO 2020

Il rooming-in è la possibilità per le neo mamme di tenere il neonato nella propria camera da letto fin dalle prime ore di vita anche in ospedale. Scopri i benefici

Praticato ormai in molti ospedali, il rooming in, cioè la possibilità di tenere vicino il proprio neonato fin dai primi momenti di vita, ha molti benefici, a patto che questa opportunità non venga imposta e che la mamma non si senta abbandonata a se stessa.

Vediamo nel dettaglio i pro e i contro di questa pratica.

I benefici del rooming-in

Diversi studi dimostrano come il rooming in offra alle mamme a ai neonati numerosi e importanti benefici, tra cui:

  • favorisce l'instaurarsi di un legame profondo mamma-figlio;
  • migliora l'umore della donna e tranquillizza il neonato;
  • aiuta a prevenire la depressione-post partum;
  •  riduce gli episodi di pianto del piccolo.

Come osserva il professor Angelo Colombo, coordinatore dell'area materno-infantile del Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro: “Circa sessant'anni fa si pensava che fosse utile separare, appena dopo la nascita, il bambino e la mamma.

I neonati stavano in spazi appositi, cioè le nursery, e le mamme potevano vederli solo in orari prestabiliti.

Negli anni Settanta, dopo che numerosi studi avevano dimostrato i vantaggi del rooming-in sia per la mamma sia per il bambino, si è deciso di ridisegnare l'organizzazione dei reparti di maternità.

Prima rendendo i nidi accessibili senza limiti di orario e poi offrendo la possibilità di tenere i neonati nella propria stanza, in una culla vicino al letto, per tutto il tempo desiderato, anche per tutte le 24 ore”.

I benefici per il neonato

Quello di tenere il bimbo vicino a sé fin dai primi istanti di vita, per scaldarlo e nutrirlo, è un istinto naturale per la mamma. Così come è istintivo per il piccolo cercare il calore del corpo materno, grazie al quale si abitua alla nuova dimensione extrauterina in modo più graduale e soft.

Dopo il parto, infatti, il neonato passa dall'ambiente dell'utero, caldo, delimitato, silenzioso, a uno completamente diverso, freddo, rumoroso, luminoso, qual è quello della sala parto.

Essere preso tra le braccia della mamma, riconoscerne la voce, l'odore ed il battito cardiaco per lui è rassicurante.

Inoltre il prolungato contatto pelle a pelle (detto bonding) favorisce l'instaurarsi di un legame profondo tra mamma e neonato e un migliore avvio, e quindi successo, dell'allattamento al seno.

I benefici per la mamma

Anche per la mamma è importante tenere vicino il proprio figlio: come dimostrato da diversi studi, il rooming-in riduce il rischio di depressione post-partum, stabilizza l'umore e aumenta la fiducia della madre nelle proprie capacità.

Infine offre anche benefici pratici: rende più  facile l'″addestramento″ delle neomamme. Con l'aiuto e il supporto delle infermiere, infatti, iniziano a prendere confidenza con la gestione delle esigenze quotidiane dei loro piccoli, mettendo le basi per la loro autonomia una volta tornate a casa. 

Il legame silenzioso madre-figlio continua ad essere importante anche per tutti i primi mesi del bimbo. Per questo, compatibilmente con gli impegni (ad esempio, un altro figlio più grande) e le necessità della mamma, è auspicabile tenere il piccolo vicino il più possibile, anche nella stessa stanza dei genitori (non nello stesso letto però!).

Quando si può iniziare il rooming-in

Il rooming-in inizia subito dopo il parto, quando il bimbo viene posizionato sulla pancia della mamma e si attacca al seno, riconoscendo l'odore materno come familiare.

Il supporto del nido in ospedale

Quindi il nido non serve più? No, il nido serve e dovrà sempre esistere. Innanzitutto per i bimbi che presentano lievi patologie e necessitano di terapie, ma anche per rispondere a esigenze particolari e a difficoltà della mamma, qualora le rendono momentaneamente impossibile prendersi cura del neonato.

Il rooming-in deve essere vissuto come un'opportunità, non come un'imposizione, e deve essere offerto senza regole fisse, lasciando alla mamma la libertà di scegliere se e per quanto tempo effettuarlo.

Fondamentali, poi, sono le puericultrici, che possono prendersi cura del bebè quando la mamma non se la sente e  sostenerla e incoraggiarla, qualora scelga il rooming-in.

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