Quando operare un alluce valgo?

PUBBLICATO IL 12 GIUGNO 2017

“L’alluce valgo - spiega il dott. Umberto Alfieri Montrasio, responsabile dell’Unità Specialistica Piede e Caviglia (U.S.P.eC.) all’IRCC Istituto Ortopedico Galeazzi - è una patologia del piede molto frequente, soprattutto nel sesso femminile, dovuta per lo più a problematiche legate al 90% a un malfunzionamento biomeccanico del piede. Oltre a comportare difficoltà nella deambulazione rappresenta, per alcuni, un disagio di tipo estetico”.

“Ma va necessariamente trattato anche se non dovesse fare male? A questo proposito - continua - è possibile inquadrare due situazioni: la prima, in presenza di parenti con familiarità positiva e nel momento in cui il soggetto dovesse cominciare ad avvertire un discomfort del piede senza un’evidente manifestazione di deformità, è bene si sottoponga una tantum a un controllo dallo specialista ortopedico del piede; la seconda, data la patogenesi biomeccanica dell’alluce valgo, spesso è utile adottare strategie di prevenzione grazie ad ausili come, ad esempio, i plantari predisposti dai podologi.

Una volta che si manifesta l’alluce valgo, non è detto che tutti i casi siano chirurgici: si può, quindi, osservare un periodo di monitoraggio nel tempo, ma è anche altrettanto vero che quando il paziente si presenta dall’ortopedico del piede, spesso si è di fronte a una situazione piuttosto conclamata: alluce deviato, borsite, cipolla arrossata e callosità dolenti. È in questo caso che si consiglia l’intervento chirurgico. Una volta che viene diagnosticato un alluce valgo, non aspettiamo di arrivare allo stadio di un alluce particolarmente valgo, di dita a griffe o, talvolta, di sovrapposizione o sottoposizione delle dita. Per evitare queste situazioni è chiaro che bisogna ricorrere alla chirurgia anche negli stadi di lieve/media entità, però è altrettanto vero che spesso giungono in ambulatorio pazienti già con un alluce valgo di grado severo”.

“Per una corretta diagnosi - conclude il dott. Alfieri Montrasio - è importantissima l’anamnesi, ovvero la storia del paziente e, in seguito, una visita specialistica e una radiografia di ambedue i piedi in carico, quest’ultima necessaria per delineare una soluzione di intervento chirurgico o di terapie adeguate. La diagnosi apparentemente è semplice, però, è utile anche una ricerca delle cause scatenanti”.

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