Prima visita cardiologica: a cosa serve e perché è importante
La salute del cuore e dell’apparato cardiovascolare è fondamentale per il corretto funzionamento del corpo umano e per il benessere di tutto l’organismo.
La prima visita cardiologica permette di ottenere una prima valutazione dello stato di salute del cuore e del profilo di rischio cardiovascolare, cioè di quei fattori che ci predispongono all’insorgenza della patologia cardiaca (ipertensione arteriosa, diabete, fumo, obesità, dislipidemia, età, familiarità per malattie cardiovascolari) ed è necessaria ai fini della diagnosi e della cura delle malattie dell’apparato cardiovascolare (ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, scompenso cardiaco, valvulopatie, cardiomiopatie, aritmie…).
Presso le strutture di Gruppo San Donato è possibile prenotare una prima visita cardiologica, con la garanzia di accedere a servizi di eccellenza e tecnologie all’avanguardia per la cura del cuore e delle malattie cardiovascolari.
Quando fare la prima visita cardiologica
In assenza di manifestazioni cliniche, i primi screening cardiovascolari andrebbero effettuati prima dei 18 anni:
- in età infantile/adolescenziale i controlli cardiovascolari ricercano patologie congenite, in alcuni casi asintomatiche;
- in età adulta, si ricercano patologie acquisite, legate all’avanzare degli anni o a stili di vita scorretti.
Anche intorno ai 50 anni è raccomandata una visita cardiologica. Se la valutazione dei fattori di rischio non evidenzia alcun quadro clinico attenzionabile, il cardiologo rimanda solitamente ad una visita successiva “a discrezione del medico curante”.
Se dal controllo, invece, emergono fattori di rischio quali, ad esempio, ipertensione, dislipidemia, diabete, si consiglia una visita con cadenza annuale.
Come si svolge la visita
Nella prima parte della visita, lo specialista cardiologo dialoga con il Paziente per raccogliere tutte le informazioni necessarie ad una corretta anamnesi (stile di vita del paziente, storia clinica passata, eventuali sintomi riferiti).
Nella seconda parte della visita, il cardiologo passa all’esame obiettivo con ispezione, palpazione e auscultazione di cuore e di polmoni con il fonendoscopio. A completamento della visita, può essere inoltre prevista l’esecuzione di un elettrocardiogramma (raccomandato), esame non invasivo che attraverso l’applicazione di elettrodi permette un primo studio dell’attività elettrica cardiaca, e la misurazione della pressione arteriosa.
Alla luce di tali elementi, il cardiologo identifica un piano personalizzato e mirato di esami diagnostici di approfondimento, imposta un follow up strutturato di controlli e suggerisce una terapia adeguata.
I medici specialisti della salute del cuore
Le figure mediche di riferimento per la salute del cuore e dell’apparato cardiovascolare sono diverse e la loro cooperazione multidisciplinare è fondamentale per il benessere del paziente.
è la figura centrale nella prevenzione, cura, trattamento e follow-up delle patologie cardiovascolari che purtroppo sono molteplici e altamente impattanti sulla qualità ed aspettativa di vita del paziente. All’interno di questa specialità esistono delle super specializzazioni, marker distintivo di un centro di eccellenza.
si occupa della prevenzione, dell’inquadramento diagnostico e della terapia farmacologica delle patologie cardiovascolari. La sua attività si svolge in ambulatorio dove si occupa di prevenzione primaria attraverso visite periodiche volte al controllo nutrizionale e farmacologico dell’ipertensione arteriosa, della dislipidemia e dei restanti fattori di rischio cardiovascolare.
L’ambulatorio è, però, anche la sede in cui si esplica la prevenzione secondaria o meglio il follow-up in cronico dei pazienti con nota patologia cardiovascolare.
A seconda della gravità della patologia si programmeranno visite periodiche a cadenza annuale, semestrale o addirittura trimestrale per adeguare la terapia in base all’evolversi della patologia. In questo contesto vengono visitati pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico, cardiopatia ischemica cronica (pazienti precedentemente sottoposti ad angioplastica o bypass) e patologia valvolare (pazienti con valvulopatie trattate o in attesa di trattamento).
È una figura pertanto indispensabile che segue il paziente per tutta la durata della sua malattia.
Con il progredire della tecnica, la diagnosi strumentale non invasiva diventa fondamentale per la cardiologia moderna. Emerge pertanto la figura del cardiologo “Imager” che sfrutta le sue conoscenze e l’uso di metodiche ecografiche (ecocolordoppler cardiaco a riposo e sotto sforzo, ecocolordoppler cardiaco transesofageo, ecocolordoppler tronchi sovra aortici e arti inferiori), ma anche di tomografia assiale computerizzata (coronaro TAC) e risonanza magnetica nucleare (RMN cuore a riposo e sotto stress) per le diagnosi più complesse, per il follow-up clinico del paziente e per la guida al trattamento interventistico.
È una figura cardine dell’interventistica cardiologica. Si occupa, tramite un approccio mininvasivo, quindi passando dal polso (arteria radiale) o dalla gamba (arteria femorale), di disostruire le coronarie quando si “ostruiscono” causando l’infarto o ischemia cardiaca. È una figura professionale reperibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7 pronto ad entrare in sala angiografica e rivascolarizzare tramite l’uso di guide, palloncini e stent pazienti affetti da infarto e ad alto rischio di morte.
Gli interventi di rivascolarizzazione percutanea avvengono anche in regime cosiddetto elettivo, ovvero, quando la diagnosi di coronaropatia è precoce grazie alla clinica o alle metodiche di imaging il paziente può essere operato in sala di emodinamica in apparente buona salute con un rischio procedurale estremamente più basso. Questi pazienti possono addirittura essere dimessi il giorno dopo l’intervento.
L’emodinamista si occupa inoltre di interventistica strutturale intesa come chiusure di auricola, difetto interatriale e forame ovale pervio, ma anche di interventistica valvolare intesa come sostituzione valvolare aortica, riparazione mitralica e tricuspidale. Tutti questi interventi vengono eseguiti attraverso un approccio mininvasivo, solitamente vena o arteria femorale.
Il cuore, oltre che di muscolo, vasi e valvole, è formato dal tessuto elettrico di conduzione, che coordina e scandisce la contrattilità del miocardio. Talvolta il sistema può andare in cortocircuito e nel caso specifico si parla di aritmie cardiache oppure può andare incontro a degenerazione causando blocchi di conduzione.
Lo specialista che se ne occupa è il cardiologo elettrofisiologo che può agire tramite interventi che si chiamano ablazioni (in aritmie come, per esempio, la fibrillazione atriale, il flutter atriale, le tachicardie ventricolari e sopraventricolari) oppure impianti di pacemaker e/o defibrillatori.
Si occupa dell’inquadramento diagnostico, trattamento farmacologico e interventistico delle cardiopatie congenite. Il bambino viene seguito da quando è nello stato fetale fino all’età adulta, in questo percorso il cardiologo pediatra è la figura di riferimento anche superata la maggiore età. In questo caso si parla di GUCH (Grown Up Congenital Heart disease).
Oltre all’approccio percutaneo esiste anche l’approccio chirurgico tradizionale. Il cardiochirurgo si occupa delle rivascolarizzazioni coronariche tramite bypass, ma anche del trattamento delle valvulopatie più diffuse. In collaborazione con il cardiologo emodinamista dopo accurata valutazione in Heart Team si decide se il trattamento della patologia deve essere chirurgico, percutaneo o ibrido in base alle caratteristiche del paziente e della sua patologia.
È una figura chirurgica che si occupa del trattamento della patologia venosa e arteriosa del sistema circolatorio. Le patologie più frequentemente trattate sono l’arteriopatia degli arti inferiori, dei tronchi sovraortici, gli aneurismi dell’aorta addominale e l’insufficienza venosa cronica.
È un cardiologo clinico che si occupa dei pazienti recentemente sottoposti ad intervento cardiochirurgico; gestisce pertanto le problematiche post-operatorie e, attraverso esercizi di recupero motorio e funzionale, si pone l’obiettivo di reinserire in modo sicuro il paziente nella sua vita quotidiana.